L’attore legnanese Scheriani docente di teatro per un giorno alla Scuola Svizzera

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LEGNANO – Un territorio senza confini e una lente d’ingrandimento sull’essere umano. Così l’attore, drammaturgo e regista teatrale legnanese Paolo Scheriani durante una lezione molto particolare da lui tenuta ieri mattina, giovedì 1 giugno, alla Scuola Svizzera di Milano (nelle foto). «Cercherò di contagiarvi con il virus della cultura, del teatro, dell’arte – ha esordito Scheriani davanti agli alunni della 9.a classe (corrispondente alla prima superiore italiana) del Liceo Svizzero di via Appiani – Un virus che poi è difficile espellere, anzi si moltiplica facendo crescere una sana abitudine: quella di guardare il mondo con occhi nuovi e angolazioni diverse attraverso una lente che non immaginavamo e che ci mette a disposizione il teatro, a cominciare da noi stessi.

«Siete una generazione che vive un periodo di grande cambiamento. Come affrontarlo? Non tanto con tutti gli stimoli che oggi il mondo propina, ma attraverso il teatro, una forma d’arte che è già nata evoluta. In teatro si ricerca sempre. Anch’io sono alla costante ricerca di maestri, perché solo con validi maestri si può essere bravi discepoli. E se li troverete diventerete a vostra volta maestri, di vita».

Specchio dell’essere umano

Il performer teatrale e musicale legnanese – che vanta un lungo curriculum di spettacoli, classici e originali, messi in scena e interpretati in Italia e nel mondo – ha tracciato un breve excursus storico del teatro dall’antichità al musical. «Fin dalla preistoria – ha spiegato – l’uomo ha capito che attraverso l’espressione, pittorica ancor prima che vocale, era possibile dare risposte a domande universali. L’urgenza di chi fa teatro è raccontare qualcosa. Tutte le forme di espressione, dalla tv ai social ai videogiochi, hanno radici nel teatro: c’è sempre una narrazione, con storie e personaggi.

«Il teatro è un’antenna che lancia segnali, ma ci dev’essere qualcuno che li riceve. Voi non sapete ancora come usarle fino in fondo, il teatro vi stimola a capire le vostre possibilità. Per chi lo fa è un atto di fede, per chi vi entra è un luogo sacro, con i suoi riti, una comunione di intenti, un pubblico che celebra insieme agli attori per elevarsi, proprio come in un luogo di culto. Ma il teatro vive finché un luogo abitato, non può esservi teatro senza pubblico, gli attori sarebbero fantasmi. Basta che vi entri uno spettatore perché prenda vita».

Dall’inferno al paradiso

«Il teatro sviluppa e amplifica i sensi, più di qualsiasi altro strumento. In esso non esiste pudore, si può pensare, dire e mettere in scena qualsiasi cosa, è l’uomo nel suo insieme con tutta la sua complessità. Ti scuote e ti rassicura, si può essere tutto quello che si sta vedendo ma insegna che qualsiasi bruttura può essere trasformata e ricondurre a una manifestazione del bello e della luce. Ci porta in paradiso e all’inferno, dandoci la possibilità di frequentare ogni regione remota del nostro io».

Infine, parlando di sé, Paolo Scheriani ha rivelato che «mia mamma da piccolo al posto delle favole mi leggeva le opere di Eduardo De Filippo. Un attore è uno strumento, un medium, convoglia in sé delle energie che si manifestano attraverso di lui; attraverso le parole, entrano in lui parole pensieri azioni dei personaggi che interpreta. La mia speranza è stimolarvi a fare qualcosa che non avete mai fatto: andare a teatro».

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