La Lega non molla e Antonelli non chiude il bilancio. A Busto slitta anche il consiglio

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BUSTO ARSIZIO – Sull’aumento dell’Irpef la Lega non molla, e al sindaco servirà qualche giorno in più per chiudere il bilancio di previsione tanto che il consiglio comunale programmato per il 18 marzo deve slittare di un paio di settimane. Tempo utile per trovare la quadra. E anche quei milioni di euro che, a quanto pare, continuano a mancare.

La missione di Emanuele Antonelli in casa Lega avvenuta qualche giorno fa è andata in porto solo a metà. Nel senso che il sindaco ha incontrato gli esponenti del Carroccio, ha spiegato le ragioni dell’aumento dell’Irpef e anche lo schema prescelto, ovvero raddoppio secco dell’aliquota, ma anche innalzamento della soglia di esenzione a 15 mila euro. Una mossa, quella di andare nella sede della Lega, fatta anche con la speranza di porre fine al tira e molla, mettere un punto sulle decisioni da prendere, chiudere il bilancio di previsione e portarlo nel consiglio già programmato per il 18 marzo.

Com’è andata?

E andata che i leghisti hanno ascoltato, ma prima di ingoiare il boccone hanno deciso di prendere ancora tempo. Insomma quel raddoppio secco dell’aliquota, che di colpo cancellerebbe quella che è sempre stata una bandiera del Carroccio, ovvero che a Busto l’Irpef è al minimo da una vita, la Lega fa proprio fatica ad accettarlo. Tanto che qualche ipotesi di strada alternativa è anche stata messa sul tavolo. Soluzioni però che non hanno convinto il primo cittadino. Il quale però non ha incassato il via libera degli alleati e ha dovuto dire addio alla possibilità di approvare il documento nel consiglio fissato.

La partita però sembra chiusa. Poiché la decisione di passare all’aliquota dello 0,8% è stata comunque presa. Anche perché, a conti fatti, comporterebbe da parte dei cittadini, nemmeno tutti tra l’altro, un esborso che, se frazionato sui 12 mesi dell’anno, equivale a cinque o sei euro mensili.

Come andrà?

Andrà che la Lega alla fine si arrenderà alla necessità del sacrificio. E quindi il bilancio di previsione verrà portato in consiglio, che nel frattempo però è stato fatto slittare al 4 aprile. Fuori dai tempi previsti dalla legge. Anche se proprio di pochi giorni: il termine di approvazione del bilancio, infatti, è fissato entro fine marzo. Ma quello di Busto è uno sforamento che, concretamente, non incide su nulla, tanto più che da Roma potrebbe anche arrivare una proroga sul termine di approvazione. Politicamente però lascia trasparire che a Palazzo Gilardoni, la maggioranza tratta su tutto, anche sugli zero virgola e le fibrillazioni non mancano. Checché se ne dica.

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