Lega, Salvini apre il nuovo corso. Maroni non c’è, Bossi invece sì: “Funerale? Col c…”

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MILANO – Approvato all’unanimità per alzata di mano il nuovo statuto, la Lega cambia pelle e abbraccia il nuovo corso salviniano. Il congresso-lampo di oggi, sabato 21 dicembre, all’Hotel Leonardo da Vinci di Milano, sancisce la nascita della nuova Lega Salvini Premier, a fianco della vecchia Lega Nord. «Una rivoluzione» la definisce Matteo Salvini. «Un movimento snello, al passo coi tempi». Ma anche «l’unico baluardo di libertà contro la dittatura» del M5S. La svolta provoca qualche mal di pancia. Non si fa vedere l’ex segretario federale e governatore della Lombardia Roberto Maroni, che era già indeciso alla vigilia, mentre invece il “vecchio capo” Umberto Bossi, la cui presenza è stata in dubbio fino all’ultimo, c’è e si fa sentire, prendendosi la scena.

La zampata del vecchio guerriero

Arrivato su una carrozzina, Bossi è stato accolto in sala da una standing ovation e, quando ha preso la parola, con il suo successore Matteo Salvini a due metri di distanza, non ha avuto remore nel dire tutto quel che pensava. «Il funerale alla Lega? Col c…. – esclama il Senatur alzando il dito medio e ricevendo un’ovazione – il doppio tesseramento alla Lega Nord e alla Lega per Salvini è la soluzione. Ma siamo noi che la concediamo, Salvini non ci può imporre un c…. Vuole avere la possibilità di avere il simbolo della Lega, ma deve raccogliere le firme». La “sua” Lega non è destinata a finire, questo il messaggio del fondatore. «La Lega quanto è nata non era un partito come gli altri, è una forza identitaria – sottolinea Umberto Bossiil prossimo congresso della Lega Nord sarà sulle cose e tutti potranno partecipare». E la missione è sempre «combattere il centralismo»: l’obiettivo, per Bossi, è che «la nostra gente del Nord possa vivere tranquillamente e pagare meno residuo fiscale di 100 miliardi di euro. Mi sembra giusto aiutare il Sud sennò straripano come l’Africa». Sulle “sardine”, che erano fuori dall’hotel a manifestare (“49 sardine per 49 milioni”) il Senatur e il nuovo leader non la pensano allo stesso modo. «La sinistra ha messo in piedi le Sardine per creare una spinta sociale. Sono un fenomeno intelligente, non bisogna trattarle in modo superficiale. Non diventeranno un partito. Un partito c’è già ed è il Pd. Ma non sono da sottovalutare». Ma a Salvini il vecchio leader riserva anche parole di affetto («è uno di quelli che vuole combattere ancora») e l’intesa tra i due viene suggellata dall’abbraccio finale sul palco.

Salvini-show

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Per il resto il congresso è stato il solito show di Matteo Salvini. A partire dal suo arrivo, scenografico, con in mano un presepe, dono di un artigiano di Pagani, in provincia di Salerno. E poi tuonando dal palco contro la magistratura che, volendo processarlo per la vicenda della nave Gregoretti, attenterebbe alla «sovranità nazionale e del popolo». Tanto da chiedere alla platea dei delegati «un’autodenuncia di massa». I delegati si alzano in piedi e lui lancia la sfida: «Processateci tutti». Ma anche rivolgendo una reprimenda ai suoi, agli «assenti» e ai «pigri», visto che in platea mancavano meno di un centinaio di delegati su circa 500 (alcuni hanno raccolto l’invito alla diserzione del già candidato alla segreteria Gianni Fava). «Girando il territorio, ogni tanto, vedo personalismi, litigi e pigrizia – bacchetta il leader – il primo requisito per vincere una guerra è capire che sei in guerra. Ogni tanto ho come la percezione che qualcuno sia chiuso nel suo orticello». Resta da vedere come la svolta verrà digerita dalla base, anche se Salvini ammonisce che un partito con il 30% dei voti non può «ragionare come se avesse ancora il 4%». Un discorso che, per il “Richelieu” leghista Giancarlo Giorgetti, è in linea con il «nuovo conservatorismo sociale occidentale, nel solco di Donald Trump e Boris Johnson». La nuova Lega è servita.

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