Legambiente va a “caccia di ruderi” a Busto. «Basta costruire sulle aree verdi»

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BUSTO ARSIZIO – «Con tutte le aree abbandonate che ci sono in città che senso ha costruire su terreni vergini?». E’ questa la domanda che si pone Legambiente, che ha promosso una biciclettata a “caccia di ruderi”. L’evento, con l’obiettivo di rispondere all’appello del Comune di individuare le aree che necessitano di rigenerazione urbana, ha messo in luce lo stato degradante di molte zone bustocche. «Potremmo costruire qui, invece di consumare altro territorio», ha commentato la presidente di Legambiente Busto, Paola Gandini.

Una situazione svilente

Le strade dietro la stazione Nord, quelle tra piazza San Michele e il cimitero e persino il centro di Busto Arsizio. «E’ svilente vedere questa situazione», dice Gandini. «Le aree più critiche sono via Castelmorrone, via Palestro e via Lepanto, la cascina Ama la vita, tra via Rossini e via Carlo Azzimonti, ma anche zone più centrali, come via Turati. E perfino la casetta in via Cividale. Tralasciata da così tanto tempo che le piante ci crescono dentro».

Non consumiamo spazi verdi

«Quello che mi chiedo – aggiunge però Gandini – è perché con così tanti spazi da rigenerare, si continui a costruire su terreni vergini. Il problema del consumo di territorio è serio, perché le aree verdi sono fondamentali per la sostenibilità della città. Prendiamo per esempio i palazzi più recenti su corso Sempione, perché costruirli lì e non nelle zone degradate?». Che, a detta degli ambientalisti, sono davvero tante.

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Serve un’altra “caccia”

«Abbiamo passato tre ore pedalando per la città, eppure ancora tanto ci è sfuggito. Tant’è che organizzeremo un’altra visita». Ovviamente prima del 30 settembre, data della scadenza per la presentazione al Comune. E’ stato infatti Palazzo Gilardoni a proporre ai cittadini di segnalare le strutture della città, abbandonate da più di 5 anni, che potessero causare problemi di degrado o inquinamento. 

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