Legnano, Amadei a capo del Consiglio: «Sarà governo di solidarietà cittadina»

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LEGNANO – È Federico Amadei del Pd, come da pronostico, il nuovo presidente del Consiglio comunale legnanese, riunitosi nella sera di venerdì 23 ottobre (nella foto in alto) per la prima volta dopo le elezioni e la lunga interruzione dovuta alla crisi politica dell’anno scorso. Amadei è stato eletto, a scrutinio segreto e al primo colpo, con 19 voti (3 sono andati a Luca Benetti, 2 le schede bianche): evidente la confluenza delle opposizioni sulla sua candidatura. «Un segnale – ha commentato Amadei – nell’ottica della collaborazione politica, che credo questo Consiglio debba avere da adesso per il futuro. Grazie anche all’impegno del mio predecessore, Antonio Guarnieri, per il suo rispetto della legalità e dello statuto comunale. Cercherò di essere assolutamente imparziale. Si apre una stagione politica molto difficile – ha aggiunto Amadei – stasera inizia un vero governo di solidarietà cittadina. Abbiamo un impegno morale con i cittadini ancora maggiore di quello del 2017 e di tutti i precedenti: i cittadini hanno bisogno delle istituzioni e hanno bisogno che noi lavoriamo alacremente sui loro problemi». Vice presidente del Consiglio è stata eletta, sempre al primo scrutinio, la leghista Daniela Laffusa con 17 voti, contro i 3 del civico Franco Colombo e di Letterio Munafò (1 scheda bianca). Subentrano in Consiglio al posto dei consiglieri entrati a far parte della giunta come assessori (Bragato, Bianchi e Pavan) i consiglieri Paolo Garavaglia (riLegnano), Anna Pontani e Paolo Scheriani (Insieme per Legnano-Legnano Popolare).

Radice: «La città ha bisogno di energie nuove»

legnano consiglio presidente amadeiIn precedenza ha prestato giuramento Lorenzo Radice, che a 39 anni è il sindaco più giovane nella storia della città, a capo di una giunta e con un Consiglio particolarmente “verdi” quanto ad età. Il più giovane, fra i tanti, è il citato Benetti del Pd, che a 23 anni ha anche preso per una sera il posto di presidente dell’assemblea cittadina per essere risultato il più votato fra i candidati consiglieri. Il più anziano è invece Munafò di Forza Italia, che di anni ne ha 74. «Il rinnovamento trova compimento proprio grazie ai tanti giovani presenti» ha detto Luca Benetti, che ha invitato a «non rinchiudersi nei recinti ideologici». Così invece Radice prima di indossare la fascia (nella foto sopra): «È un’emozione – ha detto – entrare in questa sala. È stata una campagna elettorale incredibile. Il primo obiettivo era coinvolgere persone nuove e sono felice e orgoglioso nel vederne tante. Legnano ha bisogno di partire da queste energie nuove, unite a quelle di chi ha esperienze di anni e di vita. Saranno 5 anni spero bellissimi. Siamo grandi sulle spalle dei giganti: tanti legnanesi hanno fatto grande la nostra città e la nostra comunità». Radice ha ringraziato in particolare i suoi predecessori Crespi, Cattaneo, Centinaio e Vitali, «quattro persone che negli ultimi trent’anni hanno dato tanto a Legnano, un bagaglio da cui partire». Quindi, con il consueto gesto fuori dagli schemi, il sindaco ha mostrato una cravatta che ha ricevuto ma non indossato, facendovi un nodo simbolico:«È il mio patto con i legnanesi, che non scioglierò fino alla fine del mandato».

Brumana: «Giunta in fase adolescenziale»

Prima del Consiglio, Franco Brumana del Movimento dei Cittadini ha rivolto alla nuova giunta i suoi «auguri di buon governo» conditi con qualche frecciata. «La nuova giunta – osserva – risulta essenzialmente un’espressione di Polis, associazione presente ed egemone sia nel Pd che in Insieme per Legnano, che si è dimostrata estremamente efficace nel conseguire la candidatura di Radice e nella campagna elettorale. Legnano non può accontentarsi di una buona amministrazione, come se fosse un condominio, perché ha necessità di azioni politiche innovative e di grande rilievo. Si può comprendere – è l’altro rilievo mosso dal legale legnanese – che il sindaco e gli assessori, all’inizio del loro mandato, si siano limitati per ora alla retorica di un’innovazione puramente formale, che appare una continuazione degli stilemi accattivanti della campagna elettorale. Sono state così attribuite denominazioni fantasiose alle deleghe degli assessori e sono stati manifestati generici buoni propositi, tralasciando le questioni più importanti. Significativa la creazione dal sapore fiabesco di un assessorato alle “piccole cose”, di cui non si sentiva il bisogno perché l’efficienza e le risposte concrete e tempestive ai piccoli problemi cittadini devono caratterizzare tutti gli assessorati e devono essere assicurati da qualsiasi buona amministrazione. Confidiamo pertanto che la nuova giunta superi velocemente questa fase di fantasia e di generica ricerca di benevolenza per concentrarsi non sulle “piccole cose” ma sulle “grandi cose”». In una nota, Polis ribatte che le affermazioni di Brumana secondo cui l’associazione sarebbe stata fra i “manovratori” della campagna elettorale e avrebbe disposto di un sondaggio con gli esiti elettorali sono «non vere, ma espressioni fantasiose che insinuano dubbi sulla correttezza di Polis, travisando la realtà».

Dopo quasi 500 giorni torna a riunirsi il Consiglio comunale di Legnano

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