LEGNANO – Arrivano le denunce dopo quanto successo ieri sera in un seggio a Legnano (non quello nella foto sopra, che è di archivio). Al commissariato di polizia cittadino ne è stata depositata una per l’introduzione all’interno di una cabina elettorale di un telefono cellulare e per corruzione elettorale. La denuncia reca la firma dell’avvocato Franco Brumana (candidato sindaco del Movimento dei Cittadini), che l’ha concordata con altri due legali, Simone Rigamonti (candidato sindaco dei Cinque Stelle) e Federico Zuccarino (candidato consigliere della lista Legnano Cambia). Secondo la ricostruzione dei fatti fornita da Brumana, «ieri è successo un fatto molto allarmante alle scuole Carducci. Una signora con un accento straniero è stata sentita dire al telefono: “Ok Fratelli d’Italia, come faccio per votare?… Ok voto, faccio la foto e ve la mando”. Tre rappresentanti di lista di Fratelli d’Italia e fra questi il segretario locale, sentita la conversazione telefonica l’hanno avvicinata e uno di loro le ha detto: “Questo è il simbolo che devi votare” indicando la spilla che indossava. Poi, nonostante le richieste di una rappresentante di lista, questa signora è stata autorizzata a portare il telefono cellulare nella cabina elettorale».
Brumana: «Possibile compravendita di voti»
«Da tempo – commenta Brumana – circolano voci sulla compravendita di voti alle elezioni comunali. Le fotografie con il telefonino sono la prova che consente un corrispettivo nel mercato dei voti. Questo fatto getta un’ombra sinistra sulle elezioni in corso e induce a pensare che non sia un episodio isolato nel partito Fratelli d’Italia. È ancora più preoccupante perché fa seguito agli arresti e alla condanna in primo grado del sindaco e di due assessori e al fatto che una candidata alla carica di sindaco, pur essendo stata designata dai partiti che tuttora sostengono gli arrestati, non abbia sino ad ora speso neanche una parola per distinguersi dal recente passato». L’avvocato legnanese ricorda poi che i presidenti di seggio sono obbligati a far depositare agli elettori i telefoni cellulari prima dell’ingresso nella cabina elettorale. Di qui la sua diffida ai presidenti di seggio: «Risulta che alcuni presidenti di seggio non hanno rispettato l’obbligo di depositare i telefoni cellulari come previsto dal decreto legge n. 49 dell’1 aprile 2008. Questa omissione espone i votanti al pericolo di commettere un reato e può agevolare la corruzione elettorale. Invitiamo pertanto tutti i presidenti al pieno rispetto della legge».