Legnano, dura replica di Brumana al PD: «Da Ferrazzano falsità e miopia»

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LEGNANO – «Mistificazioni. Versioni distorte. E un’imbarazzante carenza di intelligenza politica». È durissima la replica di Franco Brumana, a capo della Costituente Civica, al segretario legnanese del PD, Michele Ferrazzano, dopo l’intervista di questi a Malpensa24. Replica che Brumana affida a due pagine fitte fitte in cui prima ricostruisce la frattura avvenuta in Alleanza Civica e poi attacca i dem, accusandoli di «non cercare una coalizione vincente, ma una coalizione coesa solo nel subire la loro egemonia».

Il fallimento di Alleanza Civica secondo l’avvocato

Dopo aver presentato la sua bozza di programma ad Alleanza Civica, Brumana racconta che «alla successiva riunione del 12 novembre il PD e i Cinque Stelle hanno dichiarato di non proporre loro candidati e di accettare il nome indicato dalle liste civiche, che si sono dichiarate d’accordo ad eccezione di Legnano al centro. Ho ribadito la disponibilità alla mia candidatura a sindaco, chiarendo che in caso di altre candidature non avrei accettato negoziazioni, ma solo una scelta con le primarie. Tutto sembrava avviato a una felice soluzione in tempi ragionevoli. Inaspettatamente – prosegue – il 18 novembre è stata trasmessa una comunicazione di Legnano Cambia, Insieme per Legnano, Legnano al centro, Italia Viva e Alternativa Popolare in cui si dichiarava il rifiuto a partecipare alla successiva riunione e ai lavori già programmati. Si è così consumata la rottura dell’unità tanto faticosamente ricercata. Si è poi saputo che questa decisione era stata preparata da tempo ed era stata definitivamente assunta in una riunione delle componenti separatiste, tenuta segreta. Successivamente il PD ha avviato contatti solamente con le liste che avevano frantumato Alleanza Civica». Tali liste «hanno continuato a confrontarsi con negoziati riservati senza considerare Costituente civica e hanno concordato la candidatura di Antonio Guarnieri. In un recente incontro il PD ha bocciato questa proposta e ha dichiarato che si dovrà scegliere una donna, che la candidata dovrà essere individuata al di fuori del Comitato Legalità e che a gennaio si sarebbe elaborato un’identikit della candidata ideale. A fronte delle vivaci proteste di Legnano Cambia, Insieme per Legnano ha sostanzialmente appoggiato il PD, di cui sembra costituire una sorta di appendice. Legnano Cambia a quel punto ha abbandonato la riunione».

«Rottura pilotata per egemonizzare interlocutori più deboli»

Nei giorni successivi si è quindi diffusa la voce che la candidata del PD sarebbe Anna Pavan, esponente di spicco di Polis, «che come noto – sottolinea Franco Brumana – esercita un’egemonia sia sul PD che su Insieme per Legnano». Il promotore di Costituente Civica ribatte quindi punto per punto a quanto sostenuto dal segretario dem a Malpensa24: «Il PD – sostiene ancora Brumana – non ricerca la coalizione più ampia, ma ha scelto di rapportarsi solo con la metà delle liste civiche e ha escluso a priori la Costituente Civica per avere interlocutori più deboli e facili da dominare. Le liste civiche non hanno subìto «dinamiche», ma una rottura dei rapporti unitari voluta dai separatisti e molto probabilmente pilotata dal PD attraverso Insieme per Legnano». Quanto alla scelta di un candidato sindaco prima di fissare il programma, per Brumana «la negoziazione della candidatura prima della discussione del programma è una degenerazione dell’attività politica, che viene così ridotta a dare importanza prioritaria alla conquista di un posto di potere a prescindere dai contenuti. E la posticipazione del programma provocherebbe ritardi incolmabili per la conduzione di una seria campagna elettorale. Il PD legnanese – conclude Brumana – ha confermato un’imbarazzante carenza di intelligenza politica. Con alterigia si propone a capo di una coalizione formata da un partito dominante e da liste satelliti, che non può sperare di raccogliere il consenso dei cittadini che non siano già schierati con le forze della coalizione. Rinnegando lo spirito unitario del comitato, il PD e le ancelle civiche si avvierebbero direttamente nel baratro della mancata partecipazione al secondo turno elettorale».

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