Legnano, “lavavano” i soldi per l’ndrangheta: chieste condanne tra 6 e 13 anni

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LEGNANOEnrico Verità che, insieme a Giuseppe Morabito (classe 1959 di Rosarno, legato al clan di ‘ndrangheta dei Pesce-Bellocco) e al legnanese Fabrizio Scatolini: battute finali per il processo che è costola del procedimento nei confronti della broker finanziaria legnanese Paola Galliani, già condannata, che utilizzò l’esponente del clan Pesce-Bellocco per picchiare un uomo che doveva consegnarle dei soldi

La Dda a Busto

In Tribunale a Busto Arsizio oggi c’era, giovedì 25 maggio, il Pm della Dda di Milano Alessandra Cerreti che ha coordinato le indagini. I tre imputati secondo il pubblico ministero gestivano i soldi di facoltosi clienti nascosti all’estero. Scatolini era imputato nel processo per due episodi di riciclaggio di denaro e uno dei estorsione. La vicenda giudiziaria prende le mosse dal procedimento nei confronti della broker finanziaria legnanese Paola Galliani, già condannata, che utilizzò l’esponente del clan Pesce-Bellocco per picchiare un uomo che doveva consegnarle dei soldi.

La richiesta di condanne

Questa mattina il pm Cerreti ha chiesto 6 anni per Enrico Verità e 13 per Fabrizio Scatolini. Insieme a Giuseppe Morabito (per lui 5 anni) e Paola Galliani. Giuseppe Morabito (che la consulente legnanese chiamava “la belva”) per il quale il pm ha chiesto una pena di 5 anni per due riciclaggi, era per l’accusa la forza intimidatoria alla quale la Galliani aveva affidato la “punizione fisica” nei confronti di Giuseppe Moscato, il quale era stato accusato dal gruppo di non voler restituire una parte dei soldi di un cliente della stessa Galliani, transitati sul conto di un amico del quale possedeva le credenziali. Verità era il testimone “muto del pestaggio”, Scattolini era il collegamento con il clan, mentre Moscato era l’uomo consapevole dell’operazione.

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