L’esempio di Sara, giovane Down, assunta in un negozio a Gallarate: «Si può fare»

Sara Gatti, di spalle, al lavoro per la scansione del volto di Gianantonio Sablich

GALLARATE – C’è un addetta speciale nel negozio di ottica del centro commerciale Malpensa Uno: è Sara Gatti, 29 anni, di Gallarate, già campionessa italiana di para-karate. Sara ha la sindrome di Down e da venerdì 3 dicembre (giornata internazionale della disabilità) è assunta con un tirocinio di quattro mesi, che potrebbe portarla più avanti ad entrare a far parte a pieno titolo dell’organico dell’azienda. «Deciderà lei se continuare» afferma la responsabile del punto vendita. Sara va al lavoro in autonomia e si occupa della scansione del volto dei clienti del negozio di ottica, una novità tecnologica che permette di realizzare occhiali su misura: una mansione che richiede competenze tecniche specifiche. Un impiego “vero”, insomma.

La scintilla

Un’opportunità nata dall’incontro tra un’azienda, L’Ottico del Centro-Green Vision, in cerca di personale per una nuova mansione, e due persone che si occupano di persone fragili, la presidente dell’associazione Il Sole nel Cuore Onlus di Legnano, Valeria Vanossi, e la vicepresidente dell’Anffas di Busto, e già senatrice, Laura Bignami (madre di Gianantonio Sablich, che nel para-karate è vicecampione). E che ora si rivolgono agli imprenditori del territorio, per le “tante Sara” in cerca di opportunità: «Questo esempio dimostra che si può fare. Assumete i ragazzi fragili».

Il progetto si concretizza

«È un progetto che è stato subito preso a cuore dalla nostra azienda – sottolinea Fabio Lusardi, titolare della catena L’Ottico del Centro-Green Vision, che ha tre punti vendita sul territorio – da imprenditore so che la parte burocratica è la più impegnativa, ma siamo stati aiutati dallo studio di consulenza del lavoro di Barbara Colombo e dalla società Forma Mentis, che hanno trovato il modo giusto per integrare Sara nel nostro organico». Lo strumento scelto, spiega la consulente Barbara Colombo, è quello del «tirocinio, attivato per quattro mesi con possibilità di rinnovo. La forma più adatta alle necessità e per iniziare, perché purtroppo, al di là di quel che si può pensare, non ci sono grandi incentivi per assumere questi ragazzi, dato che il costo del lavoro è lo stesso per tutti».

Il lavoro di Sara

La giovane sarà impiegata per 20 ore alla settimana, preposta ad «un incarico tecnico, non banale – spiega Fabio Lusardi – quello della scansione del volto, che è un’esclusiva nei nostri negozi. Un impegno importante che dà un valore aggiunto a tutto il nostro gruppo». L’idea del titolare dell’attività, dopo l’esperimento di Gallarate, è di ripeterlo a Legnano: «A breve vorremmo trovare “un’altra Sara” nel nostro staff del punto vendita di Legnano. E agli imprenditori che possono assumere, vorrei dare un consiglio: affidatevi a queste realtà e alle associazioni che seguono le persone affette da sindrome di Down, perché la strada è tracciata. Assumere si può».

«Sì, si può fare»

Valeria Vanossi cita il caso di tre ragazzi assunti in una gioielleria di Nerviano, dove hanno saputo mettere a frutto la loro grande precisione, che ad esempio è una dote delle persone con la sindrome di Down. «Ben vengano le cooperative che offrono loro delle opportunità di occupazione, ma questi ragazzi che hanno delle fragilità hanno bisogno di occasioni di lavoro vere. Non protette se non dalle persone che stanno vicine». E Laura Bignami aggiunge: «Abbiamo a disposizione ancora tante persone che vogliono lavorare e che hanno le competenze per farlo. Il nostro appello agli imprenditori è di seguire l’esempio dell’ottico di Gallarate e dare fiducia a questi ragazzi».

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