L’eurodeputata Tovaglieri (Lega) firma la petizione contro la moschea a Castano

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CASTANO PRIMO – Che la campagna elettorale per le Amministrative 2024 fosse iniziata a Castano Primoù in pochi avevano ancora dubbi dopo l’acceso scontro verbale tra il sindaco Pignatiello e l’eurodeputato leghista Ciocca. La certezza è arrivata ieri, domenica 12 novembre, insieme all’eurodeputata Isabella Tovaglieri, anch’essa della Lega, venuta a firmare la petizione del Movimento contro la realizzazione di una moschea nel comune. Ad attenderla a gazebo allestito per la raccolta delle firme il segretario della Lega di Castano, Stefano Boscarini, e il consigliere comunale Daniele Rivolta (a sinistra nella foto in alto).

«Vigilare sui finanziamenti ai centri islamici»

«Ho voluto portare – ha spiegato Tovaglieri – il mio sostegno a questa iniziativa della sezione locale della Lega, che ringrazio per il coraggio di battersi contro questo progetto sostenuto dall’amministrazione di sinistra di Castano. Questa, in nome del buonismo e di un’integrazione a senso unico, calpesta la volontà di tantissimi cittadini, spaventati all’idea di un secondo luogo di aggregazione islamica in questa piccola comunità, dove c’è già una moschea abusiva travestita da centro culturale, che crea problemi di degrado e sicurezza.

«Da Castano – ha proseguito l’eurodeputata, membro della commissione Femm del Parlamento europeo per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere – vogliamo lanciare un messaggio forte e chiaro: dobbiamo tenere gli occhi ben aperti, soprattutto in questa fase, che vede i musulmani rimanere nell’ambiguità sulle violenze compiute dai terroristi di Hamas, che non vengono condannate in modo inequivocabile e in molti casi sostenute. Occorre inoltre vigilare sui flussi di denaro che finanziano le moschee, poiché spesso provengono da Paesi integralisti come il Qatar, dove i diritti fondamentali garantiti in Occidente sono sistematicamente negati. Non vorremmo mai che usi e costumi oscurantisti penetrassero nella nostra società, fino a limitare le nostre conquiste e le nostre libertà. Questo messaggio è diretto anche all’Europa, che in modo miope e masochista continua a promuovere il velo islamico, simbolo di oppressione, come se fosse un modello di emancipazione femminile».

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