L’impresa di Garindo: da Olgiate Olona all’Ultra Tour del Monte Rosa

OLGIATE OLONA – Se abitate fra Busto Arsizio ed Olgiate Olona e se siete mattinieri (o forse nottambuli) vi sarà sicuramente capitato di imbattervi, prima dell’alba, in un “runner” alquanto speciale che, nel weekend, proverà a portare a termine un’autentica impresa: l’Ultra Tour Monte Rosa, il giro del Monte Rosa in solitaria, in totale autosufficienza e senza dormire (previsto solo un microsonno di due ore a metà percorso). Il tutto per un totale di 170 km con 11mila metri di dislivello positivo:

Per conciliare famiglia (moglie e due figli) e lavoro (avvocato, di professione bancario) – spiega Paolo Garindo, milanese di nascita, ma olgiatese d’adozione – durante l’anno mi alleno alle 4-5 di mattina. Quattro uscite alla settimana, per una media di 200-250 km al mese, quasi sempre da solo, con estremo rigore e per obiettivi: il prossimo sarà appunto l’Ultra Tour Monte Rosa. Conto di portare a termine il percorso in 40 ore, anche se le condizioni meteo sul versante italiano (l’anno scorso, di questi tempi, ci fu una forte bufera) saranno la vera incognita“.

La sua tabella di marcia?

“Domenica 30 agosto partirò alle ore 23 da Alagna (direzione Macugnaga) attraverso il passo del Turlo (2.719 m) prima e il Passo del Moro (2853 m) poi, per dirigermi verso Saas Fee e successivamente Grachen. Poi riprenderò quota e, dopo avere attraversato diversi paesi tramite il sentiero svizzero chiamato Europaweg (con diversi punti attrezzati con le corde fisse in quanto molto esposti) arriverò a Zermatt; quindi salirò al passo del Teodulo, dove attraverserò il relativo ghiacciaio toccando il punto più alto del giro a 3.300 m. Da lì scenderò verso le Cime Bianche per dirigermi verso la Val d’Ayas-Champoluc (valle dove sono sportivamente cresciuto: ci vado da quando ero nella pancia di mamma) e Gressoney, fino all’arrivo di Alagna, dove martedì pomeriggio (1 settembre) ci saranno ad attendermi i miei figli e mia moglie“.

Da dove nasce una simile passione?

“Ho iniziato a correre a 40 anni (ora ne ho 45) e non ho mai fatto una maratona su asfalto: al massimo ho fatto la mezza di Busto (con il tempo di 1 ora e 40’); ho sempre voluto stare in mezzo alla natura e fin da piccolo ho sempre camminato in montagna scendendo giù dai monti correndo (nella Valle d’Ayas ho diversi record di discesa). Prima di questo tour ho fatto nel 2019 il TOR 130 (130 km e 12.000 D+) e il Gran Trail Courmayeur (105 km e 7.000 D+)”.

Cosa la spinge… oltre?

“Non sono particolarmente attratto dalle gare, ma adoro stare tra i monti oltre i 2.500 metri nel cuore della notte in completa solitudine aspettando l’alba: mi serve per cercare di conoscere e superare i miei limiti”.

A chi si ispira?

“Lo spagnolo Kilian Jornet i Burgada, l’ultra runner più famoso al mondo che ho incontrato durante la “Alagna-Monterosa-Alagna”, ovviamente quando io ero ancora a metà salita lui stava già scendendo”.

Cosa dicono amici, colleghi e familiari?

“Il ritornello è ormai costante: Ma chi te lo fa fare, sei pazzo?”.

Il suo sogno sportivo?

“Nell’immediato partecipare al Tor Des Giant 2021e portarlo a termine sotto le 100 ore. Più in generale mi piacerebbe fare un’ultra all’anno, una per ogni continente: se non ci fosse stato il COVID ad aprile 2021 sarei andato in Patagonia a correre la “Patagonia Run”, e poi la “Western States”; il mio spirito mi farebbe fare anche cose più estreme (partire da Oslo e correre fino a Capo Nord, oppure correre per tutta la Costa Ovest degli Stati Uniti), ma è inconciliabile con famiglia e lavoro. Per cui – conclude Garindo, iscritto per la Trail Running Movement – non mi resta che sognare dalla cima di un monte nel cuore della notte aspettando l’alba e sentirmi libero”.

Garindo ultra Tour Monte Rosa -MALPENSA 24