44 ore di trail in solitaria: il Monte Rosa ai piedi di “Ultra Garindo”

OLGIATE OLONA – Paolo Garindo (nella foto) ce l’ha fatta: il Monte Rosa è ai suoi piedi. Nei giorni scorsi vi avevamo anticipato dell’impresa che il 45enne di Olgiate Olona avrebbe tentato di portare a termine. Ebbene, dopo 155 km (9mila metri d+) in solitaria, in autosufficienza e dormendo solo tre ore, lo skyrunner del Trail Running Movement, partito alle 00.07 di lunedì 31 agosto da Alagna, è riuscito a rientrare alla casa base martedì 1 settembre alle ore 20.34, dopo 44 ore e 26 minuti di percorso: “E’ stata un’esperienza immensa, una centrifuga di sentimenti ed emozioni”.

L’esitazione

All’inizio credevo di aver trovato la finestra meteorologica favorevole, ma giunto a Passo del Moro stavo per desistere: c’erano 20 cm di neve fresca e i segnali del sentiero – che non conoscevo ma sapevo essere a tratti molto esposto – erano coperti. Mi sono fatto coraggio e, con l’aiuto del GPS e di uno splendido sole appena sorto, sono andato avanti“.

L’apprensione

Il mio malandato ginocchio iniziava a farmi male e i sentieri svizzeri tra Saas Fee e Grächen, per quanto attrezzati, erano particolarmente sconnessi con pareti a precipizio e frane vecchie e nuove rese più  insidiose dalle piogge dei giorni precedenti“.

Lo striscione

Giunto a Grächen, la sorpresa: uno striscione di incitamento (“ULTRA GARO” we love you) ancorato alla ringhiera della funivia, preparato da Anita e Diego (i miei figli) che, inaspettatamente, erano lì per incoraggiarmi con mia moglie Rosanna insieme ad una mia una mia amica di sempre Anna (compagna delle elementari) e la figlia Amalia. E poi c’era anche Lizzy Hawker, l’organizzatrice dell’Ultra Tour del Monte Rosa”.

La meraviglia

Superata Zermatt si è aperto di fronte a me uno spettacolo straordinario: l’imponente Cervino nella sua prospettiva migliore e tutta la catena del mio amato Monte Rosa spuntavano dal tappeto di nubi su cui mi sembrava di camminare e si stagliavano nell’azzurro del cielo. Guardando l’orizzonte mi rendevo conto che lì non c’erano confini, non c’erano limiti“.

Il silenzio

Nei momenti più difficili, soprattutto di notte, ascoltavo il silenzio assoluto e non mi sentivo solo: con me c’erano tutti coloro che mi stavano supportando, i miei familiari, gli amici, i colleghi e gli atleti e i coach della TRM che si erano coordinati per seguire il mio track giorno e notte“.

La soddisfazione

“Forse ci ho messo un po’ più del dovuto (a Champoluc mi sono fermato a salutare mia mamma: mi aveva preparato un panino, il più buono del mondo), ma la mia sfida personale l’ho vinta: mi sono concesso l’opportunità di guardare ancora una volta oltre”.

Paolo Garindo Ultra Tour Monte Rosa – MALPENSA 24