Lombardia in zona gialla già dal 31 gennaio? Domani la decisione del ministero

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MILANO – Da settimana prossima la Lombardia tornerà zona gialla o rimarrà ancora arancione? Cresce l’attesa, soprattutto tra i ristoratori e i baristi che potrebbero riaprire le loro attività “in presenza” nella fascia oraria tra le 5 e le 18, per le decisioni della cabina di regia convocata come sempre per domani, venerdì 29 gennaio. La Lombardia nella realtà è arancione solo da una settimana, contro le due minime necessarie prima di un allentamento delle restrizioni, ma l’ordinanza del ministro Speranza del 23 gennaio, che ha riportato la regione da rosso in arancione, ha operato «una riclassificazione ora per allora» in seguito alla (controversa) «rettifica dei dati» che avevano “condannato” la Lombardia in zona rossa. Di fatto, dunque, la regione sarebbe in fascia arancione già dal 16 gennaio, anche se la correzione è arrivata a restrizioni già “consumate”: il che consentirebbe la nuova riclassificazione da arancione a giallo fin dalla prossima ordinanza, attesa per il 30 gennaio. Con entrata in vigore delle minori restrizioni a partire da domenica 31 gennaio o al più da lunedì 1 febbraio.

Il monitoraggio

Per avere il quadro più chiaro bisognerà attendere il monitoraggio di venerdì della cabina di regia tra ministero e regioni: verranno analizzati i dati relativi alla settimana dal 18 al 24 gennaio aggiornati a ieri, 27 gennaio, e si stabilirà la collocazione nelle fasce delle varie regioni. La regola è che per passare alla fascia di rischio più bassa (dal rosso all’arancione o dall’arancione al giallo) devono trascorrere 14 giorni a partire da quello in cui per la prima volta vengono registrati dati che consentono la collocazione nella fascia con minori restrizioni. In soldoni, bisogna avere dati da fascia gialla o arancione per 14 giorni consecutivi prima di potervi accedere ufficialmente. E allora quali sono le regioni che possono ambire alla ricolorazione? In teoria solo quelle che da venerdì 15 gennaio hanno fatto registrare dati da fascia gialla, se sono arancioni. In base a questo ragionamento rigoroso sarebbe esclusa la Lombardia, che dal 23 gennaio è in fascia arancione per via dell’errore sull’Rt che l’ha tenuta per una settimana in rosso. Ma la «riclassificazione ora per allora», come detto, lascia ben sperare.

Da arancione a giallo

Delle 14 regioni “arancioni”, si aspettano di passare in giallo la Liguria (Rt a 0,94 e rischio basso), e il Veneto, che ha un Rt a 0,62, ma anche Emilia Romagna, Piemonte, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Abruzzo e Calabria. Poi c’è la Lombardia, che nella pratica è arancione solo dall’ordinanza del 23 gennaio, anche se la rettifica dei dati sulla situazione della settimana precedente hanno tecnicamente comportato la riclassificazione della regione in fascia arancione anche per la settimana dal 16 gennaio. Secondo Repubblica, questo permetterebbe anche alla Lombardia il passaggio in zona gialla fin dal prossimo 31 gennaio: «Se i dati saranno buoni, passerà in giallo». Domani, 29 gennaio, si saprà quel che succederà. Di certo anche i dati della Lombardia sarebbero ormai stabilmente da zona gialla. Se però dal ministero dovesse prevalere una linea più prudente, o se i dati non fossero ancora tali da escludere un rischio alto di trasmissione del contagio, si dovrà attendere il 7 febbraio per il ritorno in zona gialla.

Cosa cambia

Nelle regioni in zona gialla sono consentiti tutti gli spostamenti, senza autocertificazione, anche al di fuori del comune di residenza, purché non si superino i confini regionali. Resta, invece, il coprifuoco notturno, con il divieto di uscire di casa tra le 22 e le 5 del mattino, se non per «comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute».

Ma soprattutto in zona gialla riaprono i bar, i ristoranti e tutti gli altri locali con il servizio al tavolo possibile fino alle 18 (compresi negozi e i centri commerciali). L’asporto sarà attivo fino alle 22, mentre non ci sono limiti di orario per la consegna a domicilio. La zona gialla consentirebbe «ad oltre 45mila imprese della ristorazione di riprendere la propria attività, seppure ancora con la difficoltà dell’orario ridotto» ricorda Confcommercio Lombardia in una nota. «Si tratta di un passaggio fondamentale perché impedire le attività di somministrazione a bar e ristoranti rappresenta un costo che le imprese non possono più sostenere».

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