Centro sportivo a Sant’Antonino, i terreni tornano agricoli. «Ora chi ci rimborsa?»

LONATE POZZOLO – «Quanto abbiamo speso in questi anni? Che fine hanno fatto i soldi? Verranno restituiti?». Quando si parla di imposte, gli animi dei cittadini tendono sempre a scaldarsi. Se poi sono contributi che alla fine dei conti lasciano a mani vuote, la voce si alza. Il caso è arcinoto: il centro sportivo a Sant’Antonino Ticino di Lonate Pozzolo che mai verrà realizzato. Una «chimera», come l’ha definita l’assessore Paolo Risi (Urbanistica) all’assemblea pubblica del 6 ottobre per presentare i contenuti relativi alla variante al Piano di governo del territorio (Pgt).

Imu e terreni

Tutto ruota intorno all’Imu, la tassa sui terreni edificabili (secondo il Pgt vigente del 2014) che avrebbero dovuto ospitare il nuovo centro sportivo di via Adamello. Aree (nella foto sotto) che adesso diventeranno agricole, quindi non saranno più destinate alla costruzione. Motivo per cui il dibattito – che poi lo stesso dell’assemblea della scorsa settimana riguardo le zone attorno al supermercato Il Gigante, visto che avranno lo stesso destino – si è concentrato sull’impegno di pagamento dell’imposta che fino a oggi ha vincolato i proprietari delle terre, nella speranza di poterli vendere per la nascita del centro sportivo. Il piano è poi sfumato. E ora c’è chi vorrebbe compensazioni adeguate per gli sforzi economici sostenuti, se non addirittura un rimborso.

Le voci del pubblico

«Quanto abbiamo pagato? Che fine stanno facendo i soldi?», le domande di un cittadino. «Chiediamo che ci sia un ritorno delle somme versate. E sono alte. Sembra buon senso». A fargli eco, un altro dei presenti: «A dicembre pagheremo la seconda tranche dell’Imu su quei terreni: secondo voi saremo contenti di farlo sapendo che tanto poi torneranno agricoli?». E ancora: preso atto del progetto ormai naufragato, la richiesta di un Piano B: «Non si potrebbe pensare a un centro sportivo altrove? Quello che abbiamo è un disastro. Dovremmo vergognarci rispetto a quelli che ci sono in altri Comuni».
Dal pubblico, anche commenti di carattere politico. Come quello del segretario cittadino dell’Udc, Mario Volontè, che ha toccato più temi: dall’impianto sportivo alle aree delocalizzate. O dell’ex vicesindaco Donato Brognara. Che non l’ha nascosto: «Mi sarei aspettato una relazione più ampia sulle scelte effettuate per il Pgt e sulle differenze con il documento vigente». Oltre a sottolineare come «il vicesindaco (Giancarlo Simontacchi, ndr), che è stato eletto a Sant’Antonino, non sia presente a un evento così importante».

Perché non si fa?

Di fronte al pressing dei presenti, il sindaco Nadia Rosa (nella foto sopra con l’assessore Risi, l’architetto Francesca Viganò e il capo dell’ufficio tecnico Fabio Marziali) ha messo in chiaro che la restituzione dei soldi «non è possibile, sono imposte comunali». Per poi ribadire i passaggi che hanno portato la decisione di rinunciare al centro sportivo di Sant’Antonino: «Avevamo valutato se il progetto fosse sostenibile, sia per le casse comunali che per la gestione. La previsione era di spendere quasi un milione di euro per acquisire le aree». E ancora: «Per l’amministrazione precedente si doveva costruire un impianto al buio. E questo modo di gestire i lavori pubblici non ci è sembrato corretto». Da qui, l’inizio di un iter per convertire le aree a destinazione agricola: «La variante è andata per le lunghe, ma le intenzioni sono sempre state rese note». Anche perché, in risposta a una domanda dal pubblico, «non sono mai arrivate offerte da parte di un operatore».

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