L’Osservatorio civico di Legnano straccia il Pgt. Critiche dal verde al commercio

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LEGNANO – Ben 17 pagine di osservazioni, dal metodo di lavoro adottato ai contenuti dell’elaborato finale. Le ha prodotte sulla proposta di variante al Pgt l’Osservatorio civico di Legnano, il gruppo di cittadini legnanesi rappresentato in consiglio comunale dall’ex consigliere del Pd Federico Amadei, ora iscritto nel gruppo misto. L’Osservatorio ha portato oggi, lunedì 2 ottobre, all’attenzione dell’amministrazione Radice le sue osservazioni auspicando «l’apertura di un confronto vero e partecipato».

«La partecipazione? Una beffa»

Sul metodo di lavoro, l’Osservatorio torna a lamentare la «mancanza di processo partecipativo. Nella procedura in corso – ricorda – i documenti della proposta del nuovo Pgt e il rapporto ambientale sono stati pubblicati il 2 agosto insieme all’avviso della decorrenza del termine di 45 giorni per presentare osservazioni. Sino al 2 agosto è stata osservata la più assoluta riservatezza sulla redazione di questi documenti e non è stata data alcuna informazione nemmeno alla commissione consiliare competente fino al 12 settembre. La presentazione della proposta di revisione generale del Pgt nel periodo di ferie ha di fatto limitato il tempo a disposizione e la facoltà dei cittadini e delle associazioni di partecipare con le osservazioni. La beffa, oltre alla messa a disposizione dei documenti a inizio agosto, sta nella data entro cui si sarebbero potute presentare le osservazioni: il 15 settembre, senza possibilità di alcuna proroga».

Penalizzate imprese e cittadini

Entrando nel merito del documento, le «cose più evidenti» che appaiono alla lettura della Vas (la Valutazione ambientale strategica) per l’Osservatorio civico legnanese sono le seguenti: è più che ipotizzabile una eccessiva diffusione di centri commerciali in città nei prossimi anni; è presumibile che la piccola edilizia privata e il singolo cittadino saranno penalizzati; si rileva una importante mancanza di idee relative all’industria e all’artigianato; è palese l’assenza di creazione di veri nuovi parchi o aree verdi pubbliche cittadine».

Quanto al documento di indirizzo, «se nel documento al termine “Legnano” sostituissimo quello di una diversa città, il risultato non cambierebbe: alle fanfare generaliste (“nuovo”, “sostenibile” ecc.) non corrisponde alcuna chiara e incontrovertibile indicazione delle strategie generali e degli obiettivi» mentre «la “città dei 15 minuti” vuole davvero dire poco. La progettazione della città basata su logiche di spostamento è contraria alla progettazione della città del benessere, delle relazioni sociali, del confort negli ambienti esterni: concetti vaghi e parole valide per ogni cittadina dell’Alto Milanese o della Lombardia, nessuna espressione di volontà politica chiara e determinata nel segno di una decisa svolta verde».

Non ci sono solo i ciclisti

Fra le osservazioni analitiche mosse al documento di indirizzo, «se per quanto riguarda i ciclisti si delineano azioni (la “Bicipolitana”), non sono nemmeno accennate le strategie per il resto di ABCD, cioè per anziani, bambini, disabili; è impensabile parlare di miglioramento del trasporto pubblico collettivo senza interazioni con Città metropolitana e Regione Lombardia; non si capisce perché in una sezione si parli di rivitalizzare il centro cittadino, mentre in altre parti del documento si riconosce che il centro è altamente attrattivo; la ricetta per la ridefinizione degli At-Ambiti di trasformazione non può essere unicamente lo sviluppo in altezza: si deve puntare a una riduzione delle volumetrie e di conseguenza del carico insediativo della città».

Ancora, per l’Osservatorio «non sono previste azioni per salvaguardare il poco commercio di vicinato rimasto o per incentivarlo, non viene affrontato adeguatamente il tema dell’Olona né il tema del lavoro e dell’industria: sotto quest’ultimo profilo, gli indirizzi attuali sono in palese contrasto dal punto di vista politico e tecnico con la variante precedente messa in campo dall’amministrazione Centinaio». Mentre fra le tante domande in attesa di risposta vengono poste le seguenti: «Che cosa vuole offrire Legnano sul piano dei servizi, di cui non si parla? Che cosa vuole diventare Legnano nell’Alto Milanese e nella città metropolitana di Milano? Quali gli indirizzi previsti per l’area della Franco Tosi?».

Ricalcolare il consumo di suolo

«Manca inoltre qualsiasi considerazione ai fabbisogni idropotabili che saranno determinati dall’ipotizzato aumento della popolazione e dalle edificazioni previste dal Pgt. Andrebbe approfondito il tema del consumo del suolo, che aumenta come aumentano la cementificazione e l’impermeabilizzazione del suolo su cui si fanno solo calcoli teorici. Molti Ambiti di trasformazione prevedono costruzioni che sembrerebbe comportino consumi di suolo non edificato (ne vengono citati 6), come pure i Piani attuativi (Pa, 19).

«Relativamente alla media e grande distribuzione, è ben evidente a tutti che Legnano è già satura, ma At e Pa prevedono complessivamente più di 80.000 metri quadri ulteriori destinati a centri commerciali, oltre alle superfici commerciali ricavabili nelle aree a destinazione mista. La variante non giustifica in alcun modo questa invasione di centri commerciali, che palesemente eccede le necessità e comporterà gravi problemi al sistema vario e alla mobilità che sarà quasi esclusivamente automobilistica. In aggiunta a ciò, il valore immobiliare delle abitazioni dei legnanesi diminuirà significativamente».

La città diventi un esempio

In definitiva, «è necessario immaginare una Legnano come esempio di trasformazione urbana sostenibile che fondi le proprie scelte sulla relazione positiva con il proprio territorio; un esempio che possa attivare processi economici virtuosi di tipo artigianale e industriale a cui corrispondano azioni di miglioramento sociale. Una città orientata alla sostenibilità ambientale con edifici capaci di produrre più energia di quanta ne consumano, realizzati con materiali sani e naturali. Una città progettata per “costruire” cittadini, una città verde con piazze e strade disegnate per favorire le attività di relazione, una città che sia esempio di riduzione dei consumi idrici e di produzione integrata di cibo ed energia».

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