Tredicimila firme a favore dell’antipolitica

ospedale ocg busto gallarate
Massimo Gnocchi

Tredicimila firme che forse non cambieranno scelte finalmente prese per l’ospedale unico tra Busto Arsizio e Gallarate. Però, sono tredicimila firme che accendono i fari sulla considerazione dell’opinione pubblica verso la politica: pessima. Potremmo chiudere qui la riflessione sull’esito della petizione lanciata da un consigliere comunale di Gallarate, Massimo Gnocchi, per fermare o, comunque, modificare il progetto del nuovo nosocomio messo in cantiere dalla Regione e avallato dai consigli comunali delle due città interessate.

Del resto, scopriamo l’acqua calda affermando che la gente non ha più fiducia nei suoi rappresentanti istituzionali: la disaffezione elettorale è il sintomo riconosciuto di un disagio profondo, che si manifesta negli appuntamenti con le urne e, nel caso specifico, addirittura con l’avversione più o meno consapevole, per molti aspetti “di pancia”, verso una struttura che, sulla carta e non solo, migliorerà l’offerta sanitaria di un vasto territorio. Un obiettivo che, al contrario, dovrebbe trovare tutti d’accordo. Qui sta il punto, che riguarda, guarda caso, soprattutto la politica, che anche in questa circostanza ha brillato per indeterminatezza oramai ventennale e, al momento, per l’incapacità o, se si vuole, per l’impossibilità di offrire subito, negli ospedali in attività, assistenza e cure efficienti e funzionali.

Inutile dilungarci sui disservizi e sui tanti, troppi problemi (a cominciare dalla mancanza di medici) che caratterizzano il mondo della sanità: ne siamo tutti a conoscenza e, purtroppo, molti di noi ne hanno subito e ne subiscono le conseguenze. A Busto Arsizio e Gallarate, lo scenario è oggi peggiore che altrove. Facile convincere le persone a mettere una firma a una petizione che chiede cose scontate, come il mantenimento e il miglioramento dell’esistente. Un po’ come domandare se si preferisce la pace o la guerra, oppure se è meglio essere ricchi piuttosto che poveri. La gente firma, e basta. E in un certo senso delega le soluzioni ai promotori dell’iniziativa; lo dimostra la sala consiliare di Palazzo Broletto semivuota nella serata clou della questione, durante il voto per l’accordo di programma: di tredicimila sottoscrittori ne erano presenti una ventina. Resta il fatto che gli stessi organizzatori della petizione sono stati abili nel far passare il messaggio, benché i contenuti proposti fossero piuttosto confusi e, a un certo punto, s’è persino capito che gli ospedali nel Basso Varesotto avrebbero dovuto essere tre: accanto a quello nuovo, i due di Gallarate e Busto riammodernati e pienamente funzionanti. Mah.

Il vero successo della raccolta di adesioni è da imputare però alla politica, sempre e solo la solita politica inconcludente. Di ospedale nuovo si parla da una ventina d’anni e più, senza che per molto tempo non sia accaduto nulla al di là dell’effluvio di chiacchiere. In Regione comandava ancora Roberto Formigoni quando si avviò il dibattito. Nella legislatura di Roberto Maroni, il progetto della nuova struttura d’eccellenza venne rilanciato a tutto tondo, senza però sbocchi concreti. Soltanto negli ultimi anni, governatore Attilio Fontana, l’idea ha trovato la via della realizzazione, finanziamenti (450 milioni di euro) e iter burocratico/amministrativo entrato nel vivo. Ancora troppo poco per convincere i cittadini che si stiano facendo le cose per bene. Anni e anni sprecati, esempi di opere pubbliche iniziate e miseramente fallite, notizie di malaffare diffuso lungo tutta la Penisola, clima sociale ed economico di generale incertezza, sanità alla sbando. Ecco il contesto da cui nasce la sfiducia e per il quale Massimo Gnocchi ha fatto bingo con la sua petizione, che ha trovato un’autostrada aperta. Sulla quale corre veloce, probabilmente inarrestabile, l’antipolitica.

petizione gnocchi politica – MALPENSA24