Luino sceglie Bianchi. Centrodestra diviso, sconfitto dopo 20 anni. Ed è polemica

rpt

LUINO – Nel 2005, con il centrodestra anche allora diviso, aveva perso per 47 voti, contro il sindaco uscente Gianercole Mentasti. Stavolta Enrico Bianchi ce l’ha fatta per 275 voti. Riportando il centrosinistra alla guida della città lacuale dopo 20 anni. L’ultimo sindaco non di centrodestra era stato Pietro Tosi, tra il ’96 e il 2000. E stamattina è stato tra i primi ad arrivare in Municipio a congratularsi con Bianchi.

I due ex sindaci di Luino Andrea Pellicini e Pietro Tosi

Il trionfo a 15 anni dalla beffa

Alla fine non è stato proprio un testa a testa, come era apparso dalle prime indiscrezioni filtrate dai rappresentanti di lista appostati nelle 13 sezioni elettorali luinesi, perché dai conteggi era sempre Enrico Bianchi a comparire tra i primi due, mentre Alessandro Casali, il vicesindaco uscente candidato dalla Lega e da Lombardia Ideale, e Franco Compagnoni, il portacolori della lista Sogno di Frontiera sostenuto da Fratelli d’Italia e Forza Italia, si alternavano nell’altalena dei consensi. Così verso mezzogiorno la speranza di conquistare Palazzo Serbelloni è diventata via via una certezza. «Ce l’abbiamo fatta» ha ripetuto più volte Enrico Bianchi, mentre iniziavano ad arrivare le telefonate di congratulazioni e mentre la sala consiliare si riempiva di sostenitori in festa.

Nel centrodestra volano gli stracci

L’unico testa a testa è stato tra i due candidati del centrodestra luinese, che si sono praticamente divisi a metà il pacchetto di consensi della coalizione (1.865 Casali, 1.847 Compagnoni), materializzando l’incubo che nessuno si sarebbe potuto immaginare, ovvero la vittoria del “terzo incomodo”. Che inchioda entrambe le fazioni alle loro responsabilità. Il sindaco uscente Andrea Pellicini, il più votato tra i consiglieri, che si è presentato in sala consiliare per fare i complimenti al suo successore, ricorda ancora una volta «l’accordo sottoscritto tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia sulla candidatura di Lorena Cesarin», che i salviniani hanno poi «disatteso» per proporre il nome di Casali.

Anche Giuseppe Taldone, vicecommissario provinciale di Forza Italia e dietro a Pellicini il più votato della lista Sogno di Frontiera, esprime «grande rammarico» e fa notare che «i numeri dicono che il centro destra unito avrebbe stravinto le elezioni essendo maggioranza in città.​  Purtroppo ci troviamo a commentare uno scenario differente e la Lega locale ha oggettivamente grosse responsabilità visto che non ha rispettato accordi sottoscritti e noti anche a livello di segreterie provinciali».

La Lega da parte sua imputa il «disastro politico» del centrodestra ad «ambizioni personali e veti incrociati». Partendo da un dato di fatto: «I voti attribuiti alle liste del centro-destra avrebbero garantito, in caso di unità, una vittoria sicura – si legge in una nota della lista #luinesi – questa sconfitta è figlia di personalismi e veti immotivati, che hanno consegnato la Città alla sinistra». Eppure l’unità non è stata raggiunta: «La mia disponibilità a compiere un passo indietro nell’interesse dell’unità del centro-destra è stata peraltro ribadita anche nei comunicati che venivano regolarmente emessi a informare la cittadinanza – chiarisce Alessandro Casali – le ragioni quindi di questa drammatica divisione che ha portato il centro-destra a consegnare la città al centro-sinistra, sono da ricercare in chi ha deciso di dividere anziché unire e di portare alla sconfitta una forza preponderante in Città».

Ma anche negli stessi partiti alleati è già scattata la caccia al colpevole. Così Ciro Calemme, già longa manus di Agorà a Varese e nel nord della provincia, irride «il capolavoro» del centrodestra luinese: «Un suicidio». Nel mirino sembra esserci la scelta del vicecommissario Giuseppe Taldone di seguire la linea di Pellicini e non quella della Lega. Un refrain che ha accompagnato gli ultimi mesi, prima e durante la campagna elettorale, e che i luinesi hanno chiaramente penalizzato, finendo per premiare Enrico Bianchi. «Ma non hanno contato solo le divisioni – sottolinea il neo sindaco – Luino ha scelto il cambiamento».

Il nuovo consiglio comunale (provvisorio)

Maggioranza – “Proposta per Luino”: Enrico Bianchi (sindaco), Elena Brocchieri, Antonella Sonnessa, Ivan Martinelli, Serena Botta, Fabio Sai, Franca Valeria Squitieri, Fabrizio Luglio, Giuseppe Cutrì, Erika Papa, Paolo Portentoso, Libero Tatti.

Minoranza – “#luinesi”: Alessandro Casali, Davide Cataldo; “Sogno di Frontiera”: Franco Compagnoni, Andrea Pellicini; “Azione civica per Luino e Frazioni”: Furio Artoni.

luino elezioni sindaco bianchi – MALPENSA24