M24 TV – L’ex ministro Balduzzi: «Bene il sistema sanitario, ma il virus non è vinto»

LONATE POZZOLO L’ex ministro della Salute Renato Balduzzi è un nuovo componente del Comitato scientifico della Fondazione Iseni Y Nervi di Lonate Pozzolo, presieduta da Fabrizio Iseni. Una figura di grande prestigio quella di Balduzzi che, oltre ad aver diretto il dicastero del governo Monti, è stato presidente della Commissione bicamerale in materia di questioni regionali, componente del Csm e attualmente docente di Diritto costituzionale all’Università Cattolica. Con lui, Malpensa24 ha affrontato in una intervista alcuni dei temi di attualità, tra cui la violenza di genere sui posti di lavoro e la gestione della pandemia.

Non solo sanità

Ed è proprio partito dalla riunione del Comitato scientifico, la prima per l’ex Ministro Balduzzi: «La Fondazione Iseni Y Nervi è una fondazione culturale, quindi ha la mission di stimolare la riflessione e l’approfondimento su tematiche di interesse generale che hanno a che fare con questioni legate alla sanità pubblica. Oltre ad avere un approccio più ampio su temi che possono interessare la convivenza civile. E sulla base di questo abbiamo valutato di affrontare con profonda attenzione il fenomeno violenza di genere. Cercheremo di farlo “mettendo insieme” la condanna della violenza a forme di giustizia riparativa e con l’obiettivo di “non rispondere al male con un male”, bensì al male con un bene. Ogni violenza è un depotenziamento di umanità e le tecniche di giustizia riparativa aiutano a potenziare l’umanità». Balduzzi ha poi aggiunto: «La Fondazione opera in ambiente sanitario dove l’umanizzazione delle cure è la grande sfida del nostro tempo. Per questo sarà facile intrecciare le due dimensioni. E questo sarà il cammino del Comitato scientifico nei prossimi mesi».

Dal Covid alla riforma sanitaria

Non siamo ancora fuori dal tunnel della pandemia, spiega l’ex ministro. «La pandemia ha colpito l’Italia, ma credo che almeno nella prima fase tutto il mondo fosse impreparato davanti a quanto stava accadendo per la prima volta. Però il sistema sanitario, la nostra sanità pubblica, ha retto l’urto. Con difficoltà, soprattutto all’inizio, forse anche con qualche errore. Nel complesso però abbiamo retto la sfida». E poi ha ammonito: «Attenzione che siamo ancora nel tunnel. E oggi il tema che ci si pone è “come convivere tra uomini dopo il virus, ma anche tra uomo e animale o meglio ancora tra uomo animale e ambiente. Tema che fino a poco tempo fa era argomento ristretto, poiché se ne parlava durante i convegni scientifici. Mentre in quest’epoca è diventata la sfida e l’obiettivo è trovare un modo per mettere insieme un equilibrio virtuoso».

Balduzzi, che durante il governo Monti è stato ministro della Salute, ha poi spiegato verso quale direzione deve andare la riforma sanitaria. Tema di particolare interesse poiché Regione Lombardia ha avviato l’iter per rimodulare la così detta Legge 23. «La riforma deve prendere sul serio la parola integrazione. La rete sanitaria è unica, ma si articola nella sottorete ospedaliera e del territorio. Ma i due ambiti devono parlarsi. E’ indispensabile che ci sia interazione tra sanità e sociale, perché il bisogno sanitario non lo si può più affrontare come fosse cosa a sé». Infine: «Ogni legge, sia questa dello Stato o della Regione deve fare i conti su come il termine integrazione debba diventare realtà e su come l’espressione “presa in carico” debba essere irrobustita di contenuti concreti, altrimenti non possiamo parlare di “presa in carico” di un paziente, bensì di una “presa in giro”».

L’intervista

Renato Balduzzi con Fabrizio Iseni, presidente della Fondazione, al convegno “le Giornate cardiologiche” del 2016