Malpensa, «lavoratori licenziati e l’avvolgimento bagagli in mano ai clandestini»

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MALPENSA – Da nove mesi le attività di avvolgibagagli negli scali milanesi non sono più fatte. «O meglio a Malpensa vengono fatte da clandestini, gli stessi già noti per le vicende dei carrellini», denuncia la Cub Trasporti, evidenziando come i lavoratori regolari nel frattempo siano stati licenziati e ai passeggeri viene a mancare un servizio che molti ritengono basilare. Insomma, un pasticcio. 

La decisione del Tar

La vicenda ha origine a febbraio, quando anziché prorogare le attività svolte dalla società presente, la Truestar, in attesa dell’operatività della società subentrante, sono state chiuse le attività di avvolgibagagli. «Il problema – spiega il sindacato di base – è che sono state imposte condizioni economiche impossibili (tra cui una fideiussione da 4 milioni di euro, ndr) alle società che si sono presentate alla gara (Zomaer e Truestar) e il 2 maggio è stato assegnato l’appalto alla Safe Bag, terza classificata in graduatoria. Il 6 luglio il Tar della Lombardia ha riconosciuto le ragioni di Truestar, ma nulla è cambiato in quanto Sea non ha consentito l’inizio delle attività ed ha ricorso al Consiglio di Stato».

Lavoratori licenziati 

Nel frattempo, però i lavoratori sono stati licenziati e «messi in disoccupazione a carico della collettività», la polizia deve continuamente intervenire per i clandestini presenti «con spese per la collettività» e sono stati persi centinaia di migliaia di euro per il mancato servizio erogato. Oltretutto, se dovesse subentrare il terzo in graduatoria, «l’offerta presentata è minore per 1,5 milioni di euro» rispetto alla Zomaer. «A chi bisogna chiedere i danni di tutto questo?», chiede la Cub Trasporti. 

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