Malpensa cresce ma Fedex licenzia. Giovedì da tutta Italia per un presidio alla Cargo city

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MALPENSA – Sono attesi in centinaia, provenienti dalle filiali di Milano, Vicenza, Pisa e Brescia. I lavoratori di Fedex si ritroveranno giovedì davanti alla base operativa di Malpensa, la più importante in Italia, per contestare la procedura di licenziamento collettivo che prevede 315 esuberi in tutta Italia, di cui 34 soltanto a Malpensa.

La lotta sindacale

Il 4 maggio si è svolto l’attivo nazionale unitario dei delegati Fedex/Tnt che ha respinto in modo netto le procedure di licenziamento avviate dalle due aziende a seguito del piano di riorganizzazione societaria, ritenuto inaccettabile. «Ha il solo obbiettivo di far pagare costi sociali insopportabili alle lavoratrici e ai lavoratori e peggiorare i servizi prodotti dalle aziende», spiegano in una nota Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporto. Si è dunque deciso di avviare la mobilitazione, a partire dallo sciopero nazionale che si svolgerà giovedì per l’intera giornata. Altre iniziative sono state previste per il 31 maggio e il primo giugno.

Una integrazione sbagliata

Il primo effetto reale dell’acquisizione di Tnt da parte di Fedex è la chiusura di 24 filiali su 34. «E’ una integrazione – attaccano duramente i confederali – che come prima azione porterà ad ulteriori licenziamenti, in ragione del modello produttivo scelto e mirato all’esternalizzazione delle attività centrali della produzione dei servizi di distribuzione delle merci da Fedex a Tnt,che a sua volta appalta a soggetti che sono risultati poco affidabili, molto spesso di dubbia provenienza, e veicoli di illegalità diffusa nel settore. Altro che sinergie di Gruppo: siamo alla svendita dei diritti dei lavoratori, della loro professionalità e della qualità del servizio di cui, per tanto tempo, Fedex si è fregiata facendone un vanto del proprio modello. Il management, la cui irresponsabilità è conclamata, si è inventata una integrazione societaria nell’ottusa ottica di tagliare i costi,così abbassando inevitabilmente il livello di qualità dei servizi offerti, espellendo tutti i lavoratori operativi,disfarsi del know-how aziendale, esclusivamente per aumentare i profitti». Oltre agli esuberi conclamati, ci sono anche i trasferimenti selvaggi, «che si traducono in altrettanti licenziamenti». Per i sindacati, la mossa di Fedex crea «una netta frattura sociale e irreparabile».

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