Malpensa, il Masterplan si sblocca. E i comitati alzano il pressing

MALPENSA – Una serie di «considerazioni», quelle raccolte dalla Rete Comitati di Malpensa. Che fa il punto a seguito della Commissione Trasporti di Regione Lombardia che si è svolta lo scorso 9 maggio. Una presa di posizione che riguardano «i progetti e i relativi dati, riferiti all’area Cargo dell’aeroporto di Malpensa» scrivono in una nota. «Con particolare riferimento alla Via recentemente licenziata e ai successivi atti parlamentari: progetti di cui si è richiesto se si è tenuto conto di una pianificazione complessiva sul sistema aeroportuale lombardo e nazionale».

La crescita dello scalo

Considerazioni, quelle di Rcm, a seguito delle dichiarazioni rilasciate da Sea. Come in merito alla «crescita dimensionale e operativa dello scalo», che è avvenuta «sin qui senza una verifica della sua sostenibilità ambientale: occorre considerare che Malpensa è operativa da 25 anni senza una verifica positiva di compatibilità ambientale». Ma anche con alcune precisazioni in merito alle procedure. Aggiungendo che «le previsioni del traffico passeggeri si sono dovute aggiornare, su richiesta della Commissione Nazionale Via, a seguito dell’impatto negativo del Covid attraverso l’elaborazione di nuovi studi integrativi. Detto ciò, possiamo evidenziare che Sea ha presentato nel 2009 un Masterplan del tutto fuori scala rispetto alla situazione data. Sea può prendersela solo con se stessa se poi fu costretta a ritiralo nel 2014 per non incorrere in una umiliante bocciatura».

La brughiera

Non mancano le osservazioni sul «passaggio finale del Masterplan, arrivato dopo il Protocollo d’intesa sottoscritto dai soli sindaci del Cuv che non hanno neppure interpellato i loro consigli comunali e mai approvato dal Parco del Ticino». E in ogni caso «non si può continuare a dire che “il Masterplan prevede 44 ettari di estensione del sedime” poiché questo è veramente l’unico elemento bocciato senza alternative o possibilità di revisione». Di più: «Semmai l’espansione della Cargo è da conteggiare all’interno del sedime nella riprogettazione delle alternative previste dal decreto Via, con la sola eventuale eccezione dei 12 ettari della via di rullaggio di collegamento tra l’attuale Cargo city e la nuova area interna al sedime».

Il traffico merci

Un passaggio dei comitati riguarda la Dhl che ha lasciato Orio al Serio: «Lo scalo bergamasco, in sostanza, ha dimezzato i suoi volumi. A proposito di concentrazione “malpensocentrica” operata attraverso una mera partita di giro».
Sempre in merito al traffico merci, Rcm sottolinea che «il gioco ad abbassare il livello della possibile saturazione del Cargo è smascherato dagli stessi dati, presentati negli anni da Sea. Che oggi dice di voler coprire quasi tutto il dato del traffico merci su aerei (da 1 mil.tonn/anno a 1,2 mil.tonn/anno nel 2035). Ma lo stesso giorno, nella audizione successiva in Regione Lombardia, la società che gestisce l’aeroporto di Brescia parla di altri 350mila tonnellate di merci da movimentare nella propria infrastruttura. E altri aeroporti italiani stanno chiedendo la loro parte di movimentazione merci». In ogni caso, aggiungono, «si dimentica sempre di accennare allo studio, per una valutazione di una diversa distribuzione del traffico tra altri scali, prevista dal decreto Via che riprende lo studio del Piano nazionale del Trasporto Aereo».

Il trasporto areo e quello su gomma

Infine viene ricordato che «l’unico atto valido che definisce i limiti dello sviluppo di Malpensa resta la Via rilasciata dal Ministero». Ma precisano anche che «un maggior numero di merci in volo non significa affatto una diminuzione della movimentazione di merci su gomma: semmai il contrario, soprattutto nell’intorno dell’aeroporto e nell’area di riferimento dell’infrastruttura stessa».

malpensa masterplan comitato pressing – MALPENSA24