Esternalizzazioni Sea, la protesta si sposta sotto il Comune di Milano

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MALPENSA – Continua la protesta dei sindacati di Malpensa e Linate contro la decisione di Sea di cedere il ramo d’azienda relativo ai sistemi informativi che comporterà l’uscita dal perimetro aziendale di 60 lavoratori. Alla manifestazione dello scorso 18 gennaio segue ora un presidio che si terrà martedì 25 gennaio dalle 14 davanti al Comune di Milano, azionista di maggioranza della società di gestione dei due più importanti aeroporti lombardi. Alla stessa ora in audizione in Commissione congiunta Partecipate, Mobilità e Ambiente ci saranno i vertici di Sea, l’ad Armando Brunini e la presidente Michaela Castelli. 

Cessione del ramo d’azienda

Il 10 gennaio si è avviata la procedura per la cessione del ramo di azienda dei sistemi informatici di Sea, che coinvolgerà 60 persone, e che si concluderà entro l’estate con la vendita del settore a soggetti esterni privati. Sia i sindacati confederali (Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt e Ugl Ta) che le sigle di base (Flai, Adl, Cub Trasporti e Usb) si sono opposti fermamente a questa decisione del Consiglio di Amministrazione già con il primo sciopero del 18 gennaio. Ora hanno intenzione di continuare incrociando le braccia per 24 ore. 

Un grave precedente 

Secondo le parti sociali la posta in gioco non è soltanto la salvaguardia dell’occupazione. «Dobbiamo soprattutto evitare che Sea e il Comune di Milano creino un grave precedente contro il mantenimento dell’unità aziendale che porterà ad interventi simili e ad esternalizzazioni in altri settori», spiegano in una nota le segreterie regionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt e Ugl Ta. «Questi lavoratori oltre ad uscire dal perimetro aziendale di Sea, dovranno cambiare contratto nazionale e aziendale di riferimento e avranno sicuramente condizioni economico normative assolutamente diverse e peggiori.  Siamo contrari all’espulsione di tutte le importanti professionalità considerate accessorie che ci sono in Sea, con l’unico obiettivo della compressione dei costi, a discapito della qualità dell’occupazione, dei valori identitari e dei diritti dei lavoratori. Oggi toccherà all’Ict ma domani toccherà a chiunque in Sea. Per questo serve far recedere il Comune di Milano, come maggior azionista di questa azienda, da questa scelta contro i lavoratori e contro l’unità dell’azienda». 

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