I sindaci di Malpensa scrivono al ministro: «Tutti i nostri No al Masterplan»

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MALPENSA – «Il nostro parere non è favorevole». Il giudizio dei nove sindaci di Malpensa riuniti nel Cuv (Somma, Lonate, Ferno, Golasecca, Cardano, Casorate, Samarate, Vizzola, Arsago) al Masterplan 2035 è arrivato. E lo hanno messo nero su bianco, in un lungo documento inviato al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. 

Sviluppo equilibrato e sostenibile  

«Dal nostro punto di vista l’ipotizzato sviluppo dell’aeroporto non potrà che essere “equilibrato e sostenibile”, vale a dire rispettoso del territorio, delle sue esigenze, delle sue tradizioni», dichiarano i nove sindaci. Nonostante «l’inadeguato tempo a disposizione per esprimere pareri ed osservazioni su un progetto che impatterà in modo significativo sulla vita dei nostri concittadini», hanno deciso di inviare alcune considerazioni e proposte, frutto anche delle interlocuzioni intrattenute nei mesi scorsi con Regione Lombardia e Sea, utili a favorire un proficuo confronto. «Riteniamo fondamentale attivare un confronto vero e costruttivo tra i diversi portatori di interesse presenti nel territorio», scrivono. Perché «Solo un aeroporto compatibile ed integrato con il contesto in cui è inserito ed operante nel rispetto delle istanze del territorio, può essere percepito dai cittadini in modo positivo». 

I lati positivi del Masteplan 

I nove sindaci affrontano nella lettera sei temi: sostenibilità ambientale, riduzione dell’inquinamento acustico ed atmosferico, collegamenti efficienti, ricadute occupazionali, programmazione territoriale, risorse e rappresentanza del territorio. La parte di più stretta attualità è quella relativa al Masterplan, in fase di Via (Valutazione impatto ambientale) al ministero. Da parte del Cuv non ci sono soltanto dei “No”, ma anche numerosi aspetti che «valutiamo positivamente». Come la scelta di non prevedere la realizzazione della terza pista, la previsione di un’analisi che tenga conto anche delle possibili ricadute sulla salute, o la disponibilità a valutare investimenti nelle aree delocalizzate. 

Troppe criticità

Sono però molte di più le criticità legate al Piano di sviluppo aeroportuale di Malpensa dei prossimi quindici anni. In cima alla lista i sindaci pongono la mancata previsione di un numero massimo di movimenti giornalieri, in decollo e in atterraggio, che tenga conto delle ricadute sul territorio dell’intorno aeroportuale in termini di inquinamento e di congestionamento della viabilità.
E ancora la previsione dell’espansione di Cargo City a sud dell’aeroporto con conseguente occupazione di spazi della brughiera del Gaggio, la mancata realizzazione di una Vas, la previsione di una “Airport City” interna all’aeroporto che attrarrà investimenti e risorse, a detrimento di possibili recuperi delle aree delocalizzate e/o dismesse esterne al sedime aeroportuale, la previsione del parziale abbattimento di Cascina Malpensa, storico immobile che ospitò prima i cavalleggeri e poi i piloti che diedero il via all’epopea del volo.
E poi ancora la previsione di un significativo aumento del traffico Cargo, anche in orario notturno, la realizzazione del collegamento ferroviario T2-Gallarate, la mancata tempistica sulla riqualificazione della 336 e sulle nuove opere viarie (come la tangenziale di Somma), la mancata previsione (di richiesta) di istituzione di una Zes. Questi e altri “No” uniscono i nove sindaci di Malpensa, indipendentemente dal partito di provenienza, contro lo sviluppo dell’aeroporto. 

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