Castellanza, stallo sul nuovo cda della rsa Moroni. Il personale “guarda” altrove

CASTELLANZA – Il vecchio cda al capolinea e quello nuovo che non può ancora insediarsi. E nel mezzo l’esodo di personale che rischia di svuotare di figure professionali, oltre che di competenze, la pianta organica della residenza socia assistenziale. Insomma, la Fondazione Moroni, storica realtà castellanzese, si trova in mezzo al guado: da un lato l’urgenza di mettere in campo nuove strategie amministrative e dall’altro l’impossibilità di farlo perché mancano ancora un paio di tasselli per completare il consiglio di amministrazione, che è composto da 7 membri.

Rinserrare le fila

Da tempo le voci che circolano sulla Moroni tratteggiano un quadro non privo di criticità. Problemi che, occorre sottolinearlo, al momento non inficiano assolutamente la solidità, la qualità (e la continuità) delle cure e l’assistenza agli ospiti della struttura. Realtà che si è sempre distinta, anche nel complicato periodo del Covid, come eccellente. “Ma proprio per non disperdere questo patrimonio – raccontano i ben informati – è necessario dare alla rsa un nuovo consiglio di amministrazione, ma anche una rinnovata strategia sul personale”.

Secondo alcune fonti interne, infatti, pare vi sia in atto “un esodo” di figure professionali. Dovuto in parte al regime di concorrenza del settore, in parte alla gestione del personale. Problema questo noto, ma che al momento nessuno può affrontare con piglio decisionista proprio per via questo periodo di transizione tra l’uscita di scena del vecchio e l’ingresso del nuovo consiglio di amministrazione.

Il Comune c’è. Manca Inghirami

Cda che, per statuto della Fondazione stesse, conta 7 componenti di cui: 4 di nomina da parte del Comune (che però non ha alcun potere di controllo sulla rsa), 2 che sono espressione di Inghirami e 1 che spetta al parroco. Al momento il mosaico delle nomine vede posizionati solo i nominativi di pertinenza di Palazzo Brambilla. Che sono anche noti: Orazio Olivares (papabile nuovo presidente della Fondazione); Maria Cottino, l’ex consigliere comunale Mario Pariani e Francesca Della Cagnetta, oltre al consigliere della parrocchia. Le pedine vuote, che di conseguenza congelano l’entrata in carica dei nuovi vertici, ma anche l’operatività, sono di pertinenza di Inghirami. La quale, da quanto si dice, pare non abbia ancora le idee chiare su chi nominare.

Uscire dal guado

Stallo che, come si può ben immaginare, potrebbe avere pesanti ricadute sulle possibili contromosse da mettere in campo per evitare (o limitare) l’esodo. Che, almeno così raccontano, porta a una residenza socio sanitaria assistenziale della Valle Olona. Oltre al fatto che, non si sa più nulla nemmeno del progetto di trasloco dall’attuale sede agli spazi degli ex Camilliani.

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