Maria Cristina Cantù candidata al Senato, la (quasi) certezza della rielezione

Nella foto, Stefano Candiani (al centro) e dietro di lui (a sinistra) Maria Cristina Cantù

VARESE – Una sorpresa? Ma neanche: Maria Cristina Cantù. 57 anni, è capolista della Lega al proporzionale del Senato Lombardia 1, che comprende Varese, Como, Lecco, Sondrio e Monza. Una doppia candidatura essendo, l’ex assessore di Laveno Mombello, poi di Varese e già direttore generale in aziende ospedaliere (Gallarate) e in Asl (Legnano), in corsa anche nel collegio uninominale del Senato di Milano. Esperienze amministrative e politiche culminate con l’assessorato alla Famiglia e alle Fragilità sociali nella giunta regionale di Roberto Maroni, per poi essere eletta nel 2018 al Senato, sempre in un collegio del capoluogo lombardo.

Per Maria Cristina Cantù una serie di incarichi che ha sempre svolto sotto la bandiera leghista, tanto che per lei pare non ci siano stati dubbi per la ricandidatura in una Lega che ha affrontato con difficoltà e malumori la formazione delle liste. A settembre avrà diverse chance di essere riconfermata a Palazzo Madama. Qui è stata vice presidente della commissione Igiene e Sanità. Un impegno politico al fianco di Matteo Salvini, così da essere considerata tra i fedelissimi del “Capitano”. Il quale, come si sa, ha lavorato per portare in Parlamento leghisti di sua fiducia, che non cambiassero casacca né opinioni una volta eletti. Giusto ricordare a questo proposito che, per il Senato, collegio uninominale di Varese, è candidato il capogruppo uscente della Lega Massimiliano Romeo. Stefano Candiani, senatore uscente di Tradate e braccio destro di Salvini, corre invece nell’uninominale di Busto Arsizio per la Camera dei Deputati.

Cantù è considerata inarrivabile dal punto di vista operativo. Nelle aziende ospedaliere e nelle strutture sanitarie dove è stata dirigente ha lasciato segni importanti per iniziative e progetti realizzati e da realizzare. La sua ricandidatura premia un impegno importante, tanto che è capolista al proporzionale in un collegio sicuro così da scongiurare possibili quanto probabili sconfitte nell’uninominale milanese, considerato invece un collegio difficile per il centrodestra.

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