Marnate, il lievito madre nato durante il lockdown? «Chi vuole può adottarlo»

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MARNATE – «A.A.A. adottante cercasi». Il curioso post pubblicato da Daniela Sguario (nelle foto) sul gruppo Facebook Sei di Marnate…è diventato virale in poche ore. Il motivo è presto detto: l’adozione non riguarda un cucciolo, ma il prezioso lievito madre da lei creato circa un anno fa.

A.A.A. adottante cercasi

marnate lievito madre lockdownPoche ore dopo la pubblicazione c’erano già una ventina di richieste e in un paio di giorni una decina circa di adottanti avevano già ritirato la loro “porzione” di lievito madre. Cosa è successo esattamente lo racconta Daniela stessa che nella vita fa tutt’altro che panificare ma che durante il lockdown, il primo, quello vero, scattato tra marzo e aprile 2020, ha fatto di necessità virtù. Come gli arcobaleni, la gente che cantava dai balconi e quel «Andrà tutto bene», riportato ovunque il lievito, o se vogliamo la sua assenza (come non ricordare il razionamento militarizzato a suon di max 2 pezzi scandito dagli scaffali dei supermercati) è un simbolo di quel periodo. Impastare, cucinare, guardare al cibo come fonte di vita è parso a milioni di italiani una sorta di talismano per esorcizzare la paura.

Di necessità virtù

E il lievito è diventato pressoché introvabile. «Così – spiega Daniela, che vive a Marnate – Ho fatto di necessità virtù e ho creato il mio lievito madre. Non è difficile ma il mantenerlo richiede cura e impegno, seppur minimi. Perché molto semplicemente il lievito è vivo; e come tutto ciò che è vivo per rimanere tale deve essere preservato». Complice il lavoro in smart working Daniela ha utilizzato in quelle settimane il suo prodotto «Prevalentemente per la pizza». Poi il tempo è passato, la routine quotidiana è tornata quasi alla normalità per molti, e Daniela si è ritrovata con una quantità di lievito in eccesso.

Non si butta la vita

«Non ho più il tempo di utilizzarlo tanto quanto facevo prima e mi ritrovo con una sorta di blob in cucina. Rinfresco il lievito una volta a settimana: in quel momento ne devo eliminare una parte considerevole – racconta – Buttare la quantità in eccesso mi è sembrato un insulto oltre che uno spreco. Quest’ultimo anno ci ha ricordato quanto la vita sia preziosa e vada tutelata». Così oggi dopo impastare non interessa più a nessuno e la gente non canta dai balconi ma grida rabbiosa dai profili social Daniela ha fatto una scelta rivoluzionaria: ha scelto di condividere qualcosa. «Chiunque voglia un pezzo della mia “creatura” mi contatti su Facebook. Come ho fatto con altri sarò felice di consegnarli una parte del questo lievito madre che resterà per sempre nella mia memoria a testimoniare quanto la vita vada sempre accudita».

Decine di persone in coda per fare la spesa all’Esselunga. A Sesto e Gallarate

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