Maxi-truffa da 5 milioni con schema Ponzi: varesina indagata con l’ex broker Diomedi

L'ex broker Roberto Diomedi a capo dell'organizzazione accusata di truffa a Cagliari

VARESEMaxi truffa da 5 milioni di euro con lo “schema Ponzi”, l’inchiesta della Procura di Cagliari, che ha portato in carcere alla vigilia di Pasqua l’ex broker sardo Roberto Diomedi, inchioda anche una donna di 51 anni residente in provincia di Varese. Sarebbe stata lei la “responsabile marketing” dell’organizzazione che lavorava con Diomedi, accusata di associazione per delinquere finalizzata all’abusivismo finanziario, alla truffa, al riciclaggio ed autoriciclaggio.

Il sistema piramidale

Convegni in prestigiosi hotel a Dubai e a Londra, eventi mondani con conduttrici televisive famose in località turistiche rinomate per proporre a potenziali clienti investimenti dal rendimento colossale, fino al cinque per cento mensile. Il sistema piramidale faceva capo alla Bolton First credit limited di Londra, una società in apparenza leader nei settori dell’intermediazione finanziaria con attività mirate su estrazione e commercio di oro, diamanti e terre rare e sviluppo di tecnologie emergenti come la robotica, il blockchain, l’intelligenza artificiale e le criptovalute. Ma dietro a tutto c’era il più classico degli “schemi Ponzi”.

L’operazione

A smascherare la truffa un’operazione della Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza, sulla base di un’inchiesta condotta dai PM della Procura di Cagliari, che ha portato a sei misure cautelari (una custodia in carcere, una misura degli arresti domiciliari e quattro di sottoposizione degli indagati all’obbligo di dimora presso il comune di residenza) e al sequestro di beni per un valore complessivo di 4,5 milioni di euro.

Le promesse

Gli indagati promuovevano la compravendita di strumenti finanziari dietro la promessa di profitti elevati, pari al 5% lordo mensile, ripagando gli investitori, idealmente rassicurati da rendimenti particolarmente favorevoli in tempi molto brevi, con fondi raccolti da nuovi clienti. Il tipico “schema Ponzi”, nel quale sarebbero “cascati” almeno cinquemila persone, permettendo all’organizzazione di Diomedi di rastrellare circa 5 milioni di euro. Il sistema ha retto finché non è crollata la catena di raccolta del denaro e sono spuntate le prime denunce dei clienti mai ripagati dell’investimento effettuato.

Gli indagati

A capo dell’organizzazione Roberto Diomedi, ex consulente finanziario sardo di origine e residenza ma domiciliato in Bulgaria: è stato arrestato all’aeroporto di Elmas, mentre atterrava da un volo proveniente da Dusseldorf. Con lui erano coinvolti il fratello Fabrizio, di 41 anni, e la sorella Barbara, di 46 anni, entrambi residenti in provincia di Cagliari. Della compagine associativa sono risultati appartenere anche una donna, di 51 anni, residente in provincia di Varese, responsabile del “marketing”, un uomo, di 47 anni, residente a Como, cofondatore e comproprietario di alcune società che promuovevano gli investimenti finanziari abusivi, un altro uomo di nazionalità saudita, di 48 anni, residente in Svizzera e che ha amministrato il flusso di denaro proveniente dall’abusiva raccolta del risparmio, ed un uomo di 39 anni residente ad Olbia, che ha ideato il progetto iniziale d’investimento, in qualità di formale proprietario di una società slovena. L’indagine ha travolto, inoltre, tre promotori finanziari, due uomini ed una donna, rispettivamente di 39, 35 e 33 anni, residenti nell’Oristanese e nel Sud Sardegna.

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