Meno pasti sui voli di Malpensa, Airfood lascia Cardano: 60 dipendenti a Fiumicino

MALPENSA – Con meno voli e meno passeggeri, sugli aerei si servono meno pasti: così la Air Food, società specializzata nella fornitura dei pasti che le compagnie aeree mettono sui vassoi ai loro clienti, decide di chiudere la sede di Malpensa, a Cardano al Campo, per trasferire il personale a Fiumicino. A denunciare la vicenda è la CUB Trasporti, il sindacato di base che domani organizza un presidio al Terminal 1 in difesa dei 60 dipendenti di Air Food, che da qui ad un mese dovranno decidere se accettare il trasloco o subire il licenziamento, ma anche tutti gli altri lavoratori più a rischio di Malpensa, tra alberghi e servizi. «Senza il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, a settembre rischiamo un massacro occupazionale» rivela Eugenio Busellato della Cub.

Addio Malpensa: tutti a Fiumicino

Una storia emblematica della crisi del trasporto aereo post-Covid, che interessa Malpensa e il suo indotto. Nei giorni scorsi, fa sapere la Cub Trasporti, «la società Air Food, che si occupa della preparazione dei pasti destinati ai voli, ha cominciato a dismettere il proprio sito produttivo di Cardano al Campo trasferendo le attrezzature presenti e comunicando a diversi lavoratori il loro trasferimento a Fiumicino, creando cosi, enormi disagi e preoccupazioni per il proprio futuro occupazionale». Sono 60 i dipendenti di Cardano sulla graticola: stanno iniziando ad arrivare le lettere dell’azienda che annunciano l’intenzione di dismettere la sede di Malpensa e comunicano l’obbligo di trasferimento a Fiumicino a partire dal 10 agosto.

Presidio al Terminal 1

Contro l’improvvisa decisione dell’azienda di catering si sta mobilitando la CUB Trasporti, secondo cui «i trasferimenti, nei fatti, sono licenziamenti mascherati». Ecco perché domani, 10 luglio, agli arrivi del Terminal 1 di Malpensa (porta 0) ci sarà un presidio dei lavoratori in lotta. «Noi non ci stiamo – tuona la CUB – appena le attività ripartiranno, chi produrrà i pasti necessari ai voli? È necessario garantire un futuro occupazionale a questi lavoratori e alle loro famiglie».

Non solo Air Food

Ma la vera preoccupazione del sindacato di base è per il «massacro occupazionale che rischia di arrivare a settembre, se non saranno rinnovate le casse integrazioni, che sono ormai agli sgoccioli», come spiega Eugenio Busellato della Cub. «È necessario- secondo il sindacato – che siano finanziati gli ammortizzatori sociali necessari a sostenere numerosi lavoratori degli alberghi e in generale dei servizi (pulizie, facchinaggio, ristorazione, ecc.), che senza una rapida ripartenza delle attività, non potranno avere il sufficiente sostentamento per se stessi e per le loro famiglie mentre si prepara una pesante stagione di licenziamenti».

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