‘Ndrangheta a Lonate e Ferno: il pentito De Castro conferma tutte le accuse

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BUSTO ARSIZIO – Un lungo interrogatorio durato quasi sei ore quello reso oggi, giovedì 9 luglio, davanti ai giudici del tribunale di Busto Arsizio da Emanuele De Castro, affiliato alla locale di ‘ndrangheta Legnano-Lonate, e arrestato insieme al boss Vincenzo Rispoli e al luogotenente Mario Fillippelli al termine dell’operazione Krimisa che nel luglio 2019 aveva portato a una lunga serie di arresti tra Ferno, Lonate e Legnano. In manette, con l’accusa di associazione mafiosa, anche l’ex consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Ferno Enzo Misiano. Misiano, Rispoli, Filippelli e lo stesso De Castro, che dopo l’ultimo arresto si è pentito e ha iniziato a collaborare, sono a processo davanti al Gup del tribunale di Milano. La sentenza del processo meneghino è attesa per il prossimo 8 settembre. De Castro ha confessato numerosi omicidi. E di averne progettati altri: tra questi quello di Mario Filippelli, altro uomo di spicco al fianco di Rispoli con il quale si spartiva il controllo di Lonate. Che passava attraverso due bar: uno a Lonate “capoluogo” l’altro a Tornavento.

Confermata l’associazione mafiosa

A Busto, davanti al collegio presieduto dal giudice Rossella Ferrazzi, sul banco degli imputati ci sono i sette indagati in Krimisa che hanno scelto il rito ordinario. Tra loro c’è Cataldo Casoppero, imprenditore già arrestato dieci anni fa durante l’operazione Bad Boys che ha praticamente visto gli stessi indagati odierni arrivare a processo e venire condannati per fatti del tutto simili a quelli contestati oggi dal pubblico ministero della Dda di Milano Alessandra Cerreti, l’unico tra gli imputati bustocchi ad essere accusato anche di associazione a delinquere di stampo mafioso. De Castro, assistito dall’avvocato Adriana Fiormonti ha di fatto confermato tutti gli episodi contestati ai sette a processo a cominciare proprio dal reato associativo e, quindi, di tutti i reati ad esso connessi. De Castro ha ribadito quanto già affermato nei verbali di interrogatorio stilati dopo l’inizio della sua collaborazione con la giustizia.

Tutti gli affiliati

De Castro ha anche ricostruito il rituale dell’affiliazione alle cosche calabresi, parlando della sua e dell’affiliazione di altri. Facendo i nomi dei padrini, lui ne avrebbe avuto più di uno in seguito a un’ascesa più lenta rispetto ad altri, facendo anche i nomi delle copiate dei vari affiliati. Di fatto l’impianto accusatorio è stato confermato in toto dal collaboratore di giustizia. Domani, venerdì 10 luglio, continuerà l’esame di De Castro da parte del pm. Già in giornata, però, potrebbe aver inizio il contro interrogatorio da parte degli avvocati difensori.

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