‘Ndrangheta a Lonate e Ferno: via al processo. In aula bunker parla la pm

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MILANO – Si è aperto oggi, mercoledì 22 gennaio, il progetto ai presunti boss della ‘ndrangheta arrestati lo scorso luglio al termine dell’operazione Krimisa condotta dai carabinieri di Busto e Milano e coordinata dalla Dda milanese. Davanti al gup Anna Magelli, nell’aula bunker del tribunale meneghino, sono a processo, con rito abbreviato Vincenzo Rispoli, considerato il boss assoluto della cosca collegata alle ‘ndrine cirotane, i suoi luogo tenenti Emanuele De Castro e il figlio Salvatore. De Castro padre si è pentito diventando un collaboratore di giustizia.

Stessi nomi di dieci anni fa

A processo anche l’ex consigliere di Fratelli d’Italia Enzo Misiano, Mario Filippelli, Giuseppe Bevilacqua e altri coinvolti nell’inchiesta considerati dagli inquirenti vicini alla cosca. Cosca che a quanto pare aveva affari di ogni genere, investiva nei parcheggi vicini a Malpensa, risolveva le proprie “questioni” imprenditoriali con botte e minacce. Ai boss si rivolgevano anche i cittadini comuni per risolvere contenziosi con terzi e ottenere “giustizia”. In un’udienza fiume oggi i difensori hanno presentato parecchie eccezioni, tutte respinte dal gup, quindi ha iniziato la discussione il pubblico ministero Alessandra Cerreti, che ha ricostruito l’inchiesta, i fatti che hanno portato a quella che gli inquirenti considerano un’associazione di stampo mafioso radicata sul territorio da anni. I nomi dei boss a processo sono, del resto, gli stessi che comparivano nell’operazione Bad Boys datata 2009: stessi nomi, stessi ruoli. Tutti già condannati e con pene già scontate. Domani il pubblico ministero dovrebbe concludere formulando la richiesta delle pene.

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