Processo “Krimisa bis”: in aula la storia della ‘ndrangheta da Cirò a Lonate

francesca cramis

LONATE POZZOLO – Processo “Krimisa bis“: prima vera udienza, oggi venerdì 8 maggio, davanti all’Assise di Busto presieduta da Rossella Ferrazzi. E primi testimoni. Durante l’udienza, conclusasi poco prima delle 18, sono stati ascoltati due testi, nello specifico gli ufficiale del comando carabinieri provinciale di Milano che hanno eseguito le indagini. I quali hanno iniziato la lunga ricostruzione dell’inchiesta che ha portato alla sbarra a Busto 7 degli indagati. La maggior parte dell’inchiesta, che nel luglio scorso, ha portato all’arresto di presunti boss, Vincenzi Rispoli, e capi bastone Emanuele De Castro e il figlio Salvatore (oggi diventati collaboratori di giustizia), collegati alle ‘ndrine cirotane, è arrivata invece a processo a Milano con rito abbreviato: la sentenza di primo grado è attesa per il 28 maggio.

Clima surreale

In un clima surreale, con tutte le sedie riservate al pubblico accatastate in un angolo dell’aula Falcone-Borsellino, con lo spazio delimitato dal classico nastro bianco-rosso, gli avvocati, tra questi Alberto Arrigoni, Stefano Besani e Francesca Cramis (nella foto), i magistrati e i cancellieri bardati con mascherine e guanti, il disinfettante sui banchi per mani e superfici (i primi due banchi lasciati liberi e i legali seduti in 2 alle estremità di tavoli da 4, 5 posti per mantenere la distanza) e i sacchetti di plastica da infilare sui microfoni per evitare ogni tipo di contaminazione, l’udienza è andata avanti per ore. Il pm ha chiesto l’ammissione delle ordinanze di custodia dell’operazione Stige (condotta in Calabria) e di quelle relative all’omicidio di Cataldo Aloisio, assassinio consumatosi a Legnano 12 anni fa per il quale lo stesso Rispoli dovrebbe comparire davanti alla Corte d’Assise di Busto il 7 luglio. Ammissione con riserva. In aula si torna giovedì prossimo.

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