L’assoluzione di Mister Tigros tra sorpresa e giudici che non credono alle accuse

GALLARATE –  «Nessuna dichiarazione». Paolo Orrigoni, Mister Tigros in provincia di Varese e non solo, non rilascia alcuna dichiarazione dopo l’assoluzione di ieri, lunedì 2 ottobre, da parte del collegio presieduto dal giudice del Tribunale di Milano Paolo Guidi.

Piena assoluzione

Per qualcuno, soprattutto per la Procura che aveva chiesto una condanna a sei anni, l’assoluzione è arrivata come una sorpresa. Un’assoluzione con la formula più ampia possibile: perchè il fatto non sussiste. In sintesi: Orrigni, che nel frattempo si è dimesso da ogni carica societaria e politica, non ha pagato nessuna mazzetta per portare un supermercato in via Cadore a Gallarate.

Accuse non credute

La decisione del collegio è chiarissima a fronte di una richiesta di condanna tanto alta: Nino Caianiello, Alberto Bilardo e Pier Tonetti sono i grandi accusatori di Orrigoni, che per quel reato hanno già patteggiato, non sono stati creduti dal Tribunale. Secondo la difesa, e a questo punto anche secondo il Tribunale, erano i soli a guadagnare da un affare che vedrebbe Orrigoni estraneo ai fatti. Tanto da produrre un abbozzo preliminare di contratto in udienza che lo scagionava. Qualcuno, la Procura, sollevò dei dubbi. Il collegio non ne ha avuti.

Chi ci guadagnava?

A loro volta per quel reato i tre accusatori hanno ammesso delle responsabilità. A questo punto viene da pensare che Orrigoni nulla sapesse della mazzetta da 50mila euro da pagare a Caianiello per una variante al Pgt, che in realtà non serviva. Perché è stato arrestato? Perché è stato rinviato a giudizio? Stando alla difesa, e al collegio di primo grado, se avesse versato una mazzetta o si fosse reso disponibile a farlo sarebbe stato l’unico a non guadagnarci. L’hanno tirato in mezzo a sua insaputa? E se sì, perchè? Resta una delle grandi domande alle quali il processo non ha dato risposta. Nel caso: chi paga per i danni?

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