Busto, addio al rudere: cambia volto il palazzo tra via Montebello e via Solferino

BUSTO ARSIZIO – Per tutti oggi è il rudere del “Grancarni”, per via di quella storica insegna ancora rimasta in piedi lungo la via Montebello. Ma l’edificio in preda al degrado che fa angolo con via Solferino è destinato ad essere demolito e ricostruito, per trasformarsi in un elegante e moderno palazzo residenziale e commerciale, con terrazzi e angoli verdi. Il definitivo via libera all’operazione, discussa e approvata questa sera (3 settembre) in commissione territorio, è atteso per domani in consiglio comunale.

L’operazione

I primi colpi di ruspa, sul lato opposto che si affaccia sul mini-parcheggio a metà della via Solferino, sono già stati dati nei mesi scorsi, ma solo per mettere in sicurezza una parte del complesso. Ora, tecnicamente, l’operazione necessita del via libera dell’assemblea cittadina perché rientra, come spiegato in commissione dall’assessore all’urbanistica Giorgio Mariani, nelle previsioni di interventi incentivati, in base alla legge regionale sul governo del territorio, per il “patrimonio edilizio dismesso con criticità”.

Ecco come cambia via Montebello

«In realtà – ha illustrato Mariani – non è stato richiesto un incremento volumetrico, ma una demolizione e ricostruzione con una parziale deroga solo in altezza». Il nuovo palazzo manterrà la “cortina edilizia” esistente lungo la via Montebello (dove verrà anche riqualificato il marciapiede) ma anche un’apertura sul cortile interno. Invece arretrerà leggermente su via Solferino, per mettere in sicurezza il passaggio pedonale con un nuovo marciapiede coperto in una via che serve anche da accesso veicolare per i residenti del centro storico, e formerà un angolo smussato con una grande cornice a doppia altezza tra le vie Solferino e Montebello.

Il dibattito

Nel corso del dibattito Paolo Pedotti (PD) ha chiesto di verificare le nuove altezze in relazione alla vista da via Montebello verso le guglie del Santuario di Santa Maria. Ma il consenso è stato largo. «Uno stabile già oggetto di attenzione per il decoro – la reazione di Paolo Geminiani (Fratelli d’Italia) – non possiamo che accogliere favorevolmente questo intervento». Ma Gigi Farioli (PRL), che si dice favorevole «perché in linea con i sogni di rigenerazione delle tre piazze e di recupero degli storici camminamenti. guarda oltre, pensando ai «centri storici, in particolare di Borsano e Sacconago, dove ci sono un’infinità di aree che ricadono in queste condizioni di degrado: sarebbe bene riaprire questa possibilità agendo di iniziativa pubblica». Cauta su questo fronte la dirigente all’urbanistica Monica Brambilla: «Poi il privato sarebbe obbligato a demolire entro due anni e ci sarebbe da ragionare sugli incentivi volumetrici. Nel 2020 fu fatta una manifestazione d’interesse ma nessuno presentò istanza».

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