Rissa al Beccaria di Milano: agente ferito. Il Sappe: «Basta. Il Governo intervenga»

polizia penitenziaria

MILANO – Ancora violenza in carcere. L’ultimo episodio, accaduto nelle ultime ore nell’Istituto penale per Minorenni Beccaria di Milano, è riferito da Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria che evidenzia come «l’ira del personale di Polizia è rivolta a tutti coloro che non hanno raccolto e non hanno voluto raccogliere, in questi mesi, i reiterati allarmi del Sappe».

Il sindacalista spiega che «ieri (venerdì 3 novembre) durante la fine delle attività mattutine, per motivi ancora da accertare è scoppiata una rissa tra detenuti. Subito il personale di Polizia Penitenziaria è prontamente intervenuto per evitare il degenerare della situazione. Purtroppo, a farne le spese, è stato un Agente che per evitare il peggio è dovuto ricorrere alle cure del caso presso il Pronto soccorso del nosocomio cittadino». Il Sappe Lombardia denuncia che «molteplici sono i problemi che affronta ogni giorno il personale di Polizia maschile e femminile dello stesso istituto, anche considerato il sovrannumero dei detenuti, si è costretti ad utilizzare le celle del Centro di Prima Accoglienza che dovrebbero essere adibite solo ad accogliere i ragazzi in arresto in flagranza e non custodie cautelari. Capita anche che, spesso, che il personale con una sola unità deve osservare e vigilare sia i detenuti del gruppo avanzato che lo stesso CPA (fuori circuito), con grandi problemi psichici, oppure che il personale si ritrovi a gestire carichi di lavoro restando in servizio fino a 13 ore di continuo».

L’ira degli agenti

Da qui l’ira degli Agenti: «E questo si verifica per la mancanza di personale che attualmente è ancora più accentuata a causa dell’apertura del nuovo padiglione, fortemente voluta dal Dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità, nonostante più volte il Sappe ha evidenziato la grande carenza di personale. Il personale di Polizia Penitenziaria dell’Ipm Beccaria è ormai piombato nello sconforto più totale perché si sente abbandonato dagli vertici regionali e nazionali dell’Amministrazione della Giustizia minorile e dalle istituzioni!»

Serve inversione di rotta

Il Segretario Generale del Sappe Donato Capece stigmatizza il grave episodio avvenuto nel carcere minorile milanese ed esprime solidarietà ai poliziotti coinvolti: «Con questi ulteriori gravi eventi critici sale vertiginosamente il numero dei poliziotti coinvolti da detenuti senza remore in fatti gravi. Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza a tutti i colleghi dell’Ipm di Milano: e quest’ultimo episodio deve far riflettere i vertici dell’Istituto e della Regione. Ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali, siamo in balia di questi facinorosi. Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni».  

Continua violenza

«Parlo – specifica – di quelle donne e di quegli  uomini che il carcere lo vivono 24 ore su 24, 365 giorni; che pressoché quotidianamente hanno a che fare con detenuti che mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva; che si confrontano a detenuti con in mano una o più lamette intrise di sangue, o con una padella piena d’olio bollente tra le mani pronta per essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto. Dovrebbero sentire sui loro visi, anche tutti coloro che oggi si professano esperti carcerari, i pugni, le sberle, gli sputi che prendono i nostri Agenti in servizio dai detenuti più violenti. E poi ne parliamo». Per questo, il leader del Sappe auspica «un celere intervento di questo Governo sulle continue aggressioni al personale oramai all’ordine del giorno».

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