Mille ricoverati in meno, contagio sempre più giù. Polemica sulla visita di Conte

MILANO – Convergono nella stessa direzione, quella della discesa, tutti i dati tendenziali sul contagio nel bollettino di oggi, 27 aprile, di Palazzo Lombardia. Meno di mille nuovi casi positivi anche oggi (ma il numero di tamponi è molto più basso della media, «ridicolmente basso» come lo definisce il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti), ma soprattutto quasi mille pazienti ricoverati negli ospedali in meno, tra terapie intensive e non, rispetto a ieri, a mostrare un dato tendenziale sui ricoveri sempre più solido e in discesa. Il grafico che vedete qui sopra è emblematico: mostra le risposte al questionario CercaCovid della app AllertaLom, che segnalano una netta regressione dei sintomi del Coronavirus in Lombardia nel corso del mese di aprile. Numeri che lasciano ben sperare, nel giorno in cui alle polemiche sulla “Fase Due” dopo il decreto del governo di ieri, 26 aprile, si aggiungono quelle per l’annunciata visita, in queste ore, del premier Giuseppe Conte in Lombardia (sarà a Milano, Bergamo e Brescia, e incontrerà i tre sindaci e il governatore Attilio Fontana).

I reparti Covid si svuotano

Il vero ritorno alla normalità è quello che sta avvenendo negli ospedali lombardi, travolti tra marzo e aprile dall’ondata del Covid-19. I dati di oggi su ricoveri e terapie intensive sono «in linea con il trend degli ultimi giorni, diminuiscono molto», come fa notare il vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala, nel quotidiano appuntamento con la stampa che ormai da giorni non vede in primo piano il suo collega di giunta, delegato al welfare, Giulio Gallera. «Siamo a 680 ricoveri in terapia intensiva, rispetto al 3 aprile sono più che dimezzati – sottolinea Sala – avevamo circa 1.400 persone in TI, questo significa che le misure di lockdown hanno funzionato, stiamo reagendo in maniera molto forte». Non solo, aggiunge il numero due di Regione Lombardia, «scendiamo per la prima volta sotto gli 8mila ricoverati». Si tratta di «dati estremamente importanti, frutto dell’impegno e del lavoro incredibile dei sanitari e di tutti quelli che operano nel settore della sanità, fino ai cittadini che hanno avuto la grande pazienza di restare in casa e di rispettare le regole regionali e nazionali».

Il riepilogo dei numeri

Sono 73.479 i positivi al Coronavirus in Lombardia da inizio emergenza, con un incremento di 590 rispetto a ieri. Un dato ancora più basso di quello “da record” di due giorni fa, 25 aprile, anche se viziato da un numero dimezzato di tamponi effettuati (5.053 contro i 12.642 processati sabato scorso), come capita normalmente al lunedì. Anche se non dovrebbe capitare, per il Dem Samuele Astuti: «Numeri sono imbarazzanti per un sistema come quello lombardo. I nostri cittadini si meritano di più». Tra gli altri dati, torna a risalire rispetto a ieri quello dei decessi – 124 nelle ultime 24 ore, con un totale regionale che arriva a 13.449 – anche se rimane in una linea di discesa rispetto al trend delle ultime settimane. Per la prima volta i contagi nelle 24 ore sono aumentati di una percentuale inferiore all’1% (+0,8%), mentre decessi sono cresciuti dello 0,9%. I dimessi dagli ospedali sono stati 152.

I dati nelle province

Tutti in rallentamento anche i numeri nelle singole province, con un’altra prima volta, quella di un’intera provincia con zero nuovi casi positivi, Sondrio. Frenano, in proporzione con la scarsità di tamponi analizzati, anche i nuovi contagi nella Città Metropolitana di Milano (188, mentre ieri erano più di 400) e in provincia di Varese (29, per un totale che sale a 2.496).

Conte in visita è polemica

Scoppia intanto una nuova polemica sull’annunciata visita, a sorpresa, del premier Giuseppe Conte in Lombardia: atteso in serata prima alla prefettura di Milano, poi a Bergamo e infine a Brescia. La prima visita di Conte in Lombardia dall’inizio della crisi Covid-19. Accolto a Linate dal governatore Attilio Fontana e dal sindaco di Milano Beppe Sala, ma accolto non benissimo dagli esponenti del centrodestra. «La prima visita dall’inizio della pandemia – attacca il vicepresidente leghista del Senato, l’ex ministro Roberto Calderoli – quando c’era la campagna elettorale per l’Umbria organizzava lì una seduta del Consiglio dei Ministri per cercare di spostare i voti, quando la Lombardia contava oltre 500 morti al giorno e non bastavano i letti negli ospedali non si è fatto vedere». Per la capogruppo di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini «è, speriamo, un importante segnale di vicinanza alle popolazioni colpite. Peccato che accada ad oltre due mesi dall’esplosione dell’epidemia: anche in questo caso Conte non ha brillato per tempestività». Ed è per questo che arriva a parlare di «una passerella non solo inutile, ma quasi offensiva» la consigliera regionale bresciana Viviana Beccalossi (gruppo misto), per la quale Conte arriva «fuori tempo massimo, dato che sono passati più di due mesi dal primo contagio e nel frattempo a Brescia, nella mia provincia sono morte quasi 2400 persone, così come più di 13.000 in Lombardia».

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