Montalbetti (Forza Italia): «Abbiamo “perso” Agorà, ma ritrovato il dialogo»

VARESE – Il suo è un ritorno in Forza Italia. Per “puntare” sul cavallo: «quello vincente, come ritengo sia Matteo Bianchi», e quello al centro dell’ippovia varesina, progetto che ha l’obiettivo di rilanciare turismo, territorio e tutto l’indotto che ruota attorno agli sport equestri. Giossi Montalbetti, già assessore al Bilancio nella seconda giunta Fontana, il cui nome è girato anche per la candidatura da sindaco del centrodestra, torna in campo da candidato dopo una pausa politica. Senza dimenticare la sua passione, «perché davvero la realizzazione dell’ippovia può diventare un volano turistico ed economico» e le sue competenze professionali: «La valorizzazione del patrimonio immobiliare è un tema rispetto alla quale la prossima amministrazione non si può sottrarre». E senza sottrarsi nello spiegare i motivi della pausa di “riflessione” politica che si è preso da Forza Italia prima del suo recente ritorno tra le fila del partito di Berlusconi.

Montalbetti, la sua storia con Forza Italia sembrava finita. Invece…
«A dire la verità io non ho mai abbandonato Forza Italia».

Però c’è stata la parentesi con Insieme e Futuro di Luca Marsico. Certo poi è andata come è andata, ma quel progetto è stato presentato come un’altra cosa rispetto al partito di Berlusconi. Non è così? 
«Si, ma i valori in cui ho sempre creduto e credo sono quelli di Forza Italia. Diciamo che il mio distacco va letto solo come un disagio nei confronti dell’organigramma locale del partito. Un disagio personale, ma anche dell’elettorato che sento di rappresentare».

Insomma, possiamo dire che con l’azzeramento di Agorà nel partito ha ritrovato il feeling politico? 
«Diciamo che ho ritrovato ciò che è mancato per troppi anni, ovvero il dialogo. E poi mi hanno convinto Piero Galparoli, Domenico Battaglia, il nostro candidato sindaco che ritengo una garanzia anche per i varesini della mia generazione e i tanti amici che sono tornati a guardare con interesse al partito».

D’accordo, ma ha anche ritrovato un partito diverso. Soprattutto ridimensionato nei numeri e “leggero” rispetto alle altre due corazzate di centrodestra. 
«Vero, ma ora c’è di nuovo dialogo e dibattito dentro al partito. E soprattutto la volontà di tornare a rappresentare un pezzo di società varesina che è stata abbandonata. Mi riferisco a imprenditori, professionisti, medici, proprietari immobiliari che sono sempre stata la forza del partito e che si erano allontanati perché non avevano più interlocutori».

Ma la politica si fa anche con i numeri. Non teme il risultato elettorale della lista?
«La politica si fa certamente con i numeri, ma anche con le idee e i valori. So bene che questo giro elettorale rappresenta un passaggio importante per Forza Italia e tutta la la lista Varese con Bianchi sindaco. Ma sono anche curioso di vedere quanta “sostanza elettorale” avremo una volta aperte le urne. Del resto la nostra lista è anche un progetto politico nuovo e il centrodestra non può fare a meno di una forza moderata qual è la nostra».

Non può però ignorare che dentro il centrodestra è in corso il derby tra Lega e Fratelli d’Italia. Il cui esito potrebbe cambiare gli equilibri della coalizione.  Come lo vivete da “terzi incomodi”? 
«In questo momento vedo una coalizione concentrata su un solo obiettivo: vincere a Varese. Il derby? C’è, ma non la contesa in sé che mi preoccupa. L’unico rischio che vedo è che questa competizione possa portare a una sovrapposizione tra Lega e Fratelli d’Italia. E l’auspicio è che i tutti i partiti del centrodestra riescano invece a mantenere, unite, le varie anime e a mostrare da un lato coesione e dall’altro le diverse peculiarità. Solo così potremo continuare a parlare a tutto l’elettorato. E in questo schema noi moderati saremo una forza alla quale né Lega né Fratelli d’Italia potrà rinunciare».

Mettiamo da parte la politica e veniamo ai temi delle campagna elettorale. L’ippovia è sicuramente una delle idee concrete messe in circolo in queste settimane. Sulla carta ha ambizioni di largo respiro, ma nel concreto non rischia di essere un proposta poco “pop”?
«Il progetto è quello di creare un percorso che sappia “cucire” la zona del lago al resto della città. Penso a Mustonate, dove siamo già all’interno del Parco Campo dei Fiori o alla parte agricola di Casbeno. Un tracciato che si leghi, correndo a fianco, alla ciclabile. Un’infrastruttura che ben si declina con l’ambiente, l’attività all’aria aperta e che metterebbe in rete i maneggi varesini e dei Comuni vicini. Un volano per poi portare qui un evento fieristico di alto livello. Porto ad esempio la fiera di settore che si tiene a Verona. Insomma, appuntamento di qualità e che coinvolge appassionati e non solo».

E questo progetto “green” come si coniuga con l’altro tema della sua campagna elettorale? Quando parla di valorizzazione del patrimonio immobiliare non c’è il rischio di pensare subito al “mattone”? 
«No, perché non mi riferisco ad altro consumo di suolo. Tutt’altro. Io parto da una studio dell’European house Ambrosetti, che dice che l’immobile è la prima fonte di investimento dei varesini. Dato che non si può certo ignorare».

Quindi?
«Occorre un’analisi dei tributi comunali che riguardano gli immobili. Ovvero: una riduzione dell’Imu per gli immobili locati a canone concordato e per i proprietari anziani che risiedono nelle Rsa, ma mantengono la proprietà della prima casa o per i varesini residenti all’estero. E agevolazioni, sempre per la prima, sugli immobili in ristrutturazione. In tal modo non si va a incidere sugli introiti comunali, ma si dà un beneficio fiscale all’acquirente della casa o dell’immobile. Insomma, questa potrebbe essere una leva per incrementare l’attrattività sia per chi vuole venire ad abitare a Varese, sia per chi sceglie di aprire un’attività poiché la si può applicare anche alle attività economiche».