“Mai più così belli” a Montecitorio. Nuova Hollywood di Inzaghi, intesa trasversale

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ROMA – «Il valore aggiunto della presentazione di “Mai più così belli” alla Camera dei deputati è stata la sua totale trasversalità. L’evento era incentrato su un libro e non riguardava la politica: ha richiamato onorevoli che erano espressione di partiti differenti, in quel caso però uniti dall’amore per la cultura, per l’arte e, nello specifico, per il cinema». Matteo Inzaghi, giornalista di Varese e direttore di Rete 55, ha così descritto l’incontro di ieri, giovedì primo luglio, a Montecitorio dedicato al suo saggio sulla Nuova Hollywood: un’epoca, quella tra fine anni Sessanta e primi anni Ottanta, che ha rivoluzionato il modo di fare i film negli Stati Uniti, e non priva di analogie con quella attuale.

La testimonianza di Acunzo (M5S) come artista

«L’appuntamento è stato organizzato dalla Commissione Cultura della Camera dei deputati – ha spiegato Inzaghi – e, in particolare, è stata fortemente promosso da uno dei suoi membri, Paola Frassinetti di Fratelli d’Italia che da subito aveva comprato il libro e ha poi condiviso l’iniziativa con gli altri componenti del collegio». Tra i presenti c’erano la deputata Maria Chiara Gadda (Italia Viva) e i senatori Gianluigi Paragone (Italexit) e Stefano Candiani (Lega); un altro onorevole di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, non potendo partecipare ha inviato il suo braccio destro a rappresentarlo. «È intervenuto telefonicamente Nicola Acunzo, parlamentare dei Cinque Stelle che svolge la professione di attore: insieme al suo saluto ha offerto la sua testimonianza come artista. Erano presenti anche diversi colleghi giornalisti: tra loro voglio ricordare in particolare il discorso di Patrizia Paliaga, collaboratrice del vicepresidente della Camera Ettore Rosato».

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La forza dell’arte per uscire da un dramma epocale

«È stato un incontro particolarmente interessante perché penso che i presenti abbiano colto pienamente la grande attualità del tema affrontato», ha aggiunto Inzaghi, ricordando le ragioni che l’hanno portato a dedicare a un periodo peculiare della storia del cinema come quello della Nuova Hollywood un libro così accurato. «Da un lato si è compreso come un grande shock, il dolore, il lutto, la guerra e le destabilizzazioni portino la storia dell’arte a rigenerarsi: nel caso di “Mai più così belli” si parla infatti dell’America sconquassata dal Vietnam, dagli omicidi eccellenti e dalle tensioni di quegli anni. Dall’altro, però, viene naturale fare un parallelo con la nostra epoca, perché in questo momento stiamo venendo fuori dal Covid, che è stato un altro dramma epocale. L’auspicio è quindi di riuscire a uscirne anche con la forza dell’arte, e con un nuovo slancio del suo ruolo nella collettività: è questa secondo me la cosa più importante, che ha trovato tutti concordi».

Mai più così belli: Matteo Inzaghi racconta in un libro i film della Nuova Hollywood

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