Omicidio Morazzone, Paitoni domani davanti al Gip. Nella confessione il rancore per la moglie

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VARESE – Comparirà nella tarda mattinata di domani, martedì 4 gennaio, davanti al Gip del tribunale di Varese per l’udienza di convalida Davide Paitoni, 40 anni, fermato ieri, domenica 2 gennaio, per l’omicidio del figlio di soli 7 anni consumato a Morazzone e per il tentato omicidio della moglie avvenuto a Gazzada Schianno. I fatti contestati risalgono al primo gennaio. L’ordinanza di fermo firmata dal pubblico ministero Luca Petrucci.

Domani l’udienza di convalida

Oggi, lunedì 3 gennaio, è stato affidato al medico legale Petra Basso l’incarico per l’autopsia sul corpo del piccolo Daniele raggiunto da un fendente alla gola. Paitoni, assistito dall’avvocato Stefano Bruno, appare in stato confusionale e non presente a se stesso. L’uomo rifiuterebbe quasi a livello inconscio di parlare del figlio. Non è escluso che il difensore possa chiedere una perizia psichiatrica per stabilire la capacità di intendere e di volere del proprio assistito.

La ricostruzione

Paitoni, secondo le prime risultanze medico legali, avrebbe ucciso il figlio nel pomeriggio del primo gennaio. Poi avrebbe spinto la moglie, con la quale c’erano problemi già dal 2019, ad incontrarlo con la scusa di riportarle il bimbo salvo aggredirla a coltellate. All’anziano padre, che risiede nell’alloggio di Morazzone dove si è consumato l’orrore e dove il 40enne era stato confinato ai domiciliari dopo l’arresto avvenuto per il tentato omicidio di un collega nel novembre scorso, Paitoni ha lasciato un messaggio vocale nel quale gli chiedeva non preoccuparsi nel non vedere il nipotino e soprattutto gli intimava di non aprire l’armadio di casa. Lì, infatti, Paitoni aveva nascosto il corpo senza vita del bambino. Nel vocale l’assassino annuncia anche la volontà di suicidarsi. Poi smentita dai dettagli della cattura che hanno visto i carabinieri inseguirlo a Viggiù con speronamento di un’auto di pattuglia. L’anziano genitore, con problemi d’udito, non ha però mai ascoltato quel messaggio e non ha potuto dare l’allarme. La posizione dell’uomo non è al vaglio degli inquirenti: non sapeva nulla di quanto il figlio aveva intenzione di compiere. Tra l’altro, secondo quanto dichiarato dall’avvocato Bruno, tra l’omicida e la giovanissima vittima ci sarebbe stato un legame affettivo molto forte e nessun trascorso di violenze. Tanto che il bimbo aveva trascorso con il padre anche Natale.

Nella confessione il risentimento per la moglie

A quanto pare Paitoni covava in silenzio. Accanto al corpo del piccolo Daniele gli inquirenti hanno trovato una sorta di confessione scritta dall’assassino. Il testo non è trapelato nel dettaglio. Tuttavia lo scritto sarebbe intriso di risentimento nei confronti della moglie. L’accaduto agli occhi dell’omicida si tradurrebbe in una incomprensive, ingiustificabile quanto lucida vendetta nei confronti della compagna. 

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