Mottarone, Nerini: «Non potevo fermare la funivia. Sicurezza non mi compete»

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VERBANIA – «Non potevo fermare io la funivia». E’ quanto ha detto Luigi Nerini, gestore delle Ferrovie del Mottarone srl, al gip di Verbania Donatella Banci, stando a quanto riferito dal suo legale, avvocato Pasquale Pantano, al termine dell’interrogatorio di oggi. Secondo la versione del gestore non era lui a doversi occupare della sicurezza dell’impianto Stresa-Mottarone bensì i due coindagati, Gabriele Tadini, caposervizio della funivia, e Enrico Perocchio, direttore di esercizio. Il difensore ha anche chiesto di smetterla di dire che Nerini ha risparmiato sulla sicurezza.

Non sapeva dei forchettoni

Al Gip Nerini avrebbe detto che la sicurezza non è affare dell’esercente. «Per legge erano Tadini e Perocchio a doversene occupare». Nerini ha detto di doversi occupare degli affari della società e di non avere nessun interesse a non riparare la funivia. Rigettando il movente economico (i forchettoni che hanno bypassato il sistema dei freni di emergenza sarebbero stati posizionati per fare in modo che la funivia funzionasse senza le anomalie registrate nei giorni precedenti per non perdere gli incassi del fine settimana di sole) Nerini ha detto che sarebbe stato più vantaggioso fermare la funivia adesso che non in alta stagione. L’esercente ha aggiunto di sapere che c’erano dei problemi ma anche che in due occasioni era stato richiesto l’intervento di riparazione. Secondo il legale, Nerini avrebbe riferito di sapere che c’era stata una anomalia dell’impianto frenante ma non sapeva dell’uso dei ‘forchettoni’.

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