Lite “social” per il Ninja Nainggolan: uomo vero in un mondo artificiale

Ninja Nainggolan Socia

Sarà anche poco “politically correct” e neppure molto qualificante per un professionista che ogni mese incassa centinaia di migliaia di euro in contanti, ma vedere Radja Nainggolan rispondere su un social a un tifoso del Milan che gli contestava l’entrataccia su Biglia, è stato esilarante. E’ una dimensione che mi piace. Il Ninja della porta accanto è uno spettacolo. Nel mondo del social-divismo dove una bottiglietta d’acqua naturale può arrivare follemente a essere pagata 8 euro, il calciatore che si mette sullo stesso piano dei suoi fedeli, o follower come dicono quelli più tecnologici, è una sensazione benefica. Come aprire la finestra per fare entrare aria pulita. E il Ninja Radja Nainggolan avrà tanti difetti, ma di certo non quello di mettere una barriera con i tifosi, con le persone “normali”.

Nainggolan uno normale

Si mette sullo stesso livello di chi lo tira idealmente per la giacchetta. In una società in cui i calciatori vengono trattati come Semi Dei, e molti di loro si convincono anche di essere onnipotenti terreni, se c’è uno che scende dal piedistallo, mettendosi sullo stesso piano di tutti gli altri, merita solo rispetto e tanta simpatia. L’ambiente, peraltro, è sempre più artificiale, finto, asettico e uno come il Ninja, ruspante all’ennesima potenza è una ricchezza. Non sarà il professionista ideale, l’atleta modello, ma quantomeno ha la consapevolezza di restare nel mondo del calcio quanto basta, senza aggrapparsi a tutti i costi a un fantomatico elisir di lunga vita calcistica. E’ uno dei giocatori più veri in assoluto ed è un aspetto che traspare anche da un elemento meno significativo, quale è quello di innescare guerre Social con tifosi amici e avversari. Un po’ come farebbe chiunque di noi se fosse toccato nel vivo.

Non un Ninja ma un Samurai

Probabilmente il vero Ninja, quello che due anni fa diede spettacolo non si rivedrà mai più: fisicamente era troppo superiore, mentalmente una belva, una macchina da guerra. Immarcabile. Uno che le partite le vinceva da solo. Ora ci sono solo degli sprazzi di quello che era fino a un paio di stagioni fa, ma il Ninja della porta accanto resta un’ombra da preservare. Uno che ripete costantemente di essere ancora affezionato al giallorosso, senza paura di poter offendere i nuovi colori, è il giocatore che personalmente vorrei sempre nella mia squadra, semplicemente perchè non è un fantoccio. E mai come in questo caso lo pseudonimo che gli hanno affibbiato non fu più sbagliato. Il Ninja nel Giappone Feudale era un guerriero che agiva nell’ombra, una spia, un assassino vile: era un tipo di guerriglia che ad esempio i nobili Samurai, votati all’onore, disprezzavano con forza. Nainggolan è tutto tranne che un vile che disonora gli avversari, tanto da mettersi sullo stesso piano di chi lo rimbrotta sui Social. Risponde, il ruspante Ninja vicino di pianerottolo, comportandosi, invece, come un vero Samurai.

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