Nuovo ospedale, Tovaglieri contro Moratti: «Da assessore non si è mai vista a Busto»

BUSTO ARSIZIO – «Sollecitata più volte per un confronto sul nuovo ospedale, da assessore alla sanità non si è mai presentata. Ben venga la campagna elettorale per far sì che Letizia Moratti si accorga di Busto Arsizio». Isabella Tovaglieri, europarlamentare della Lega che da assessore all’urbanistica della prima giunta Antonelli seguì da vicino i primi passi del progetto, con la scelta della collocazione del nuovo polo ospedaliero a Beata Giuliana, da parte di Regione Lombardia. «Ora Moratti lo chiama “ospedale unico”, che è proprio la denominazione fuorviante che preoccupa i cittadini».

L’attacco di Isabella

La deputata europea e consigliere comunale della Lega parte all’attacco della candidata del Terzo Polo dopo le parole di quest’ultima nella tappa di Busto Arsizio del suo tour elettorale nel Varesotto. «Se le elezioni hanno un pregio – afferma Isabella Tovaglieri – è quello di aver portato la candidata governatrice a rendersi conto che esiste la provincia di Varese. Più volte sollecitata, nel suo ruolo di assessore alla sanità, e invitata a Busto Arsizio ad un confronto su un’opera che ora siamo felici che finalmente ritenga strategica, non è mai venuta, ci ha bellamente ignorato. Ora siamo felici che si sia redenta e a questo punto confidiamo che quando sarà consigliera regionale, sperando che rimanga a ricoprire quel ruolo, porterà avanti questa battaglia insieme a noi e insieme all’amministrazione comunale e al sindaco Emanuele Antonelli che da sempre è in prima linea, favorevole al progetto del nuovo ospedale. Ma siamo certi che amando così tanto la Lombardia, ancorché in minoranza, difenderà il territorio sui banchi di Palazzo Pirelli».

Il nome «sbagliato»

Tovaglieri punzecchia Letizia Moratti anche nel merito delle parole pronunciare dalla candidata presidente di Regione a Busto Arsizio. «L’opera è strategica e ritenuta prioritaria dai medici in primis – sottolinea l’europarlamentare leghista – ma non può prescindere dal confronto con i cittadini, che devono avere voce in capitolo e vanno coinvolti nel processo. In quest’ottica, spesso anche il nome “ospedale unico”, come lo definisce Moratti, è stato uno dei motivi principali che ha fatto crescere un pregiudizio nei confronti dell’opera, perché evoca una concezione sbagliata, quella secondo cui da due ospedali se ne fa uno solo, quando in realtà invece occorre spiegare che si entra in una logica di riforma che si pone l’obiettivo potenziare l’offerta sanitaria e non certo di ridurla. E questo bisognerebbe spiegarlo chiaramente ai cittadini anche partendo dal nome “nuovo ospedale”».

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