Quel ristorante ‘inclusivo’ di Olgiate che non può lavorare. «Discriminati»

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OLGIATE OLONA – «Discriminati». La parola scritta tutta in maiuscolo è comparsa all’inizio di un post sulla pagina Facebook del ristorante Un risotto per un sorriso di Olgiate Olona. Il locale non ha uno spazio esterno dove poter riaprire: Un risotto per un sorriso di fatto ha lavorato sì e no quattro mesi in oltre un anno.

Il ristorante è sicuro

«Si è tanto parlato di riapertura – spiega Giusy Masci, proprietaria del locale con il figlio Riccardo Lamperti (nella foto) e il marito Alessandro – Ma oggi noi siamo ancora chiusi. Eppure il nostro è un locale sicuro». Il perché è presto detto: lo scorso anno la proprietà ha investito risorse importanti per portare l’mpianto di climatizzazione al massimo livello di sanificazione grazie a filtri che costantemente sanificano l’aria di tutta la cubatura del ristorante. E’ stata aggiunta anche una unità mobile di sanificazione per eliminare batteri e virus da tutte le superfici. «Siamo in regola, siamo sicuri – spiega Giusy – Lunedì 26 aprile, non avendo uno spazio esterno, non abbiamo comunque potuto riaprire: ci sentiamo discriminati».

Discriminati i ragazzi con disabilità

Il grido di dolore, se possibile, è ancora più forte di quello di tanti altri ristoratori che versano nelle stesse condizioni di Un risotto per un sorriso. Anche in questo caso il perché è presto detto: quello di via Matteotti a Olgiate Olona non è un semplice ristorante. E’ un progetto sociale: «Un dopo di noi – spiega Giusy – Che garantisce inserimento lavorativo a ragazzi con disabilità affinché acquistino il massimo dell’autonomia possibile per poter affrontare il futuro. Anche questi ragazzi sono discriminati, penalizzati. Perdono forse anche più di noi: perdono l’occasione di costruirsi una vita attiva, autonoma e dignitosa. E questo ci fa infuriare. Ci sono ragazzi in attesa da mesi; abbiamo parlato con l’Enaip di Busto Arsizio l’ultima volta una decina di giorni fa, quando speravamo di poter aprire finalmente. Quando i ragazzi speravano di poter iniziare il loro percorso di formazione. Siamo pronti, siamo sicuri, ci siamo detti». Poi la doccia fredda: niente spazio esterno, niente riapertura. Niente occasione per i ragazzi che da tanto aspettano di poter imparare un mestiere.

Il sogno di Riccardo

Un risotto per un sorriso è di fatto un sogno. E’ il sogno di Riccardo, anzi di chef Riccardo, oggi quasi 24enne, affetto da autismo, capace di un percorso scolastico straordinario all’istituto Falcone di Gallarate e capace di andare oltre la sua disabilità con l’aiuto dei genitori e non solo. Quando chef Riccardo si diploma, infatti, il progetto è già avviato. Il 6 gennaio del 2019 un emozionatissimo Riccardo ha tagliato il nastro del suo ristorante. Un ristorante inclusivo che, attraverso appositi percorsi formativi, potrebbe dare lavoro a parecchi ragazzi con disabilità. Il locale parte a mille complice un menù raffinatissimo che, come suggerisce il nome, ha quale piatto forte il risotto in mille varianti golose. Un sogno così inclusivo da aver conquistato anche Cristina Parodi che ha voluto Riccardo ospite nel talk show in onda su Rai1 La prima volta.

Chiudete chi non rispetta le regole

«Poi il lockdown – spiega Giusy – Abbiamo chiuso: impossibile proporre un risotto da asporto. Il piatto perde qualità nel tempo di consegna. Poi ci è stato detto di attrezzarci per la riapertura: divisori in plexiglass, sanificazioni, igienizzanti. Abbiamo fatto tutto, anzi di più. E adesso riapre solo chi ha spazio all’esterno: sì, ci sentiamo discriminati. Chi ha rispettato tutte le regole sin dall’inizio dovrebbe poter lavorare. In ogni caso noi non ci arrendiamo: ci stiamo mettendo del nostro per sostenere la situazione. Ma se ci daranno il permesso noi siamo pronti a riaprire, a ripartire. Di certo non ci arrendiamo e non si arrenderanno i nostri ragazzi».

Da Olgiate a Rai1: il sogno di Riccardo conquista Cristina Parodi

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