OJM, Ruzzier “tifosi ora orgogliosi di noi, spero di abbracciarli presto”

Openjobmetis Varese Michele Ruzzier
Michele Ruzzier

VARESE – Simbolo della “nuova” Openjobmetis, Michele Ruzzier ha disputato una seconda parte di stagione straordinaria come tutti i suoi compagni. Il playmaker triestino ha dimostrato di saper tenere ben salda la “cloche” di una squadra capace di mettere in fila 5 vittorie tra marzo e aprile (erano state 5 in tutto tra settembre e febbraio), che la proiettano ora ad un passo dalla salvezza.

Il campionato della Openjobmetis: una stagione, due facce opposte

“Sì, direi proprio due facce opposte tra il girone d’andata e quello di ritorno. Negli ultimi mesi abbiamo trovato la quadra giusta, anche grazie alle due aggiunte di Anthony Beane e John Egbunu e pian piano siamo diventati una squadra migliore sui due lati del campo. Anch’io all’inizio ho faticato, ma sentivo di poter dare di più. Con il lavoro in palestra ho dimostrato quanto valevo, non tanto per i tifosi, ma per la mia testa. Sono contento di come la squadra sta giocando in questa seconda parte di campionato, ci stiamo togliendo belle soddisfazioni”.

L’importanza del gruppo e l’affetto dei tifosi

“Abbiamo affrontato periodi tosti nel girone d’andata e durante il focolaio-Covid che ci ha colpito. Non è stato facile, ma siamo rimasti lì, abbiamo cercato di trovare sempre il sorriso e tutti i ragazzi sono stati super. Non abbiamo mai mollato e non lo faremo neanche adesso, perché dobbiamo ancora conquistare matematicamente la salvezza. Quando sono arrivato a Varese sapevo che avrei trovato un pubblico competente ed esigente, dal palato fine, che ha conosciuto una pallacanestro di alto livello in Italia e in Europa. Per questo motivo siamo felici esprimere un buon basket. Quando stavamo facendo male eravamo tristi anche per i nostri tifosi. Ora siamo contenti di averli resi orgogliosi di noi. La speranza è di rivederli presto al palazzetto, ne sarei felice, ma per quest’anno sarà difficile. Rimanere anche l’anno prossimo? Certo, mi piacerebbe, anche perché riuscirei finalmente a godermi il tifo della Enerxenia Arena”.

Il basket, un affare di famiglia

“Quando ero piccolo ho fatto solo un anno di nuoto, quando poi ho scoperto il basket non ho pensato che a questo sport. Ho fatto il minibasket e la trafila nei settori giovanili, ma soprattutto passavo interi pomeriggi nel giardino di casa a tirare a canestro, per ore. Sono molto contento di aver avuto la possibilità di diventare un giocatore professionista, perché non è una cosa così semplice. Con papà giocatore delle minors in serie C a Trieste e lo zio (Matteo Boniciolli) allenatore in serie A, diciamo che la pallacanestro l’ho avuta nel sangue sin da bambino”.

Un “mulo” triestino contro l’Allianz Trieste

“Ho fatto le giovanili nella Azzurra Trieste, poi a 17 anni sono passato alla Pallacanestro Trieste. Per me quella città vuol dire casa ed è sempre emozionante giocarci contro. Sono diventato giocatore di basket al PalaRubini, a parte mezza stagione dove abbiamo traslocato nello storico impianto di Chiarbola. Quando torno a Trieste mi emoziono, non lo nascondo. Domenica però non ci può essere spazio ai sentimenti, perché dobbiamo vincere e conquistare la salvezza. Una possibilità per i play-off? Prima raggiungiamo l’obiettivo della permanenza in serie A e poi penseremo al resto. Sicuramente se ce ne fosse la possibilità non ci tireremmo indietro”.

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