Ospedali di Busto, Gallarate e Saronno: il peggio deve ancora arrivare

bertolaso asst valle olona

Battiamo di nuovo il chiodo della sanità con uno sguardo particolare sul Basso Varesotto, Gallarate, Busto Arsizio e Saronno. Torniamo sull’argomento indotti dalle dichiarazioni di Guido Bertolaso e Eugenio Porfido, rispettivamente assessore regionale al Welfare e direttore generale dell’Asst della Valle Olona, che al nostro Gabriele Ceresa, che li ha intervistati, hanno prefigurato uno scenario destinato a peggiorare rispetto all’attuale situazione dei nosocomi delle tre città di cui sopra. Il motivo? La  carenza di medici. Una vecchia, pesante, irrisolta questione che sta provocando una serie di inefficienze e disagi riconosciuti anche dai due autorevoli responsabili del settore gestito dalla Regione. Una situazione che mette in difficoltà gli stessi operatori e, manco a dirlo, provoca una serie di problemi agli utenti costretti a lunghe, inaccettabili attese e, purtroppo, a inevitabili disservizi.

Nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da scrivere. Se non fosse che quanto detto da Porfido è tutt’altro che rasserenante. Testuale: “C’è stato un errore di programmazione e di pianificazione sulle professionalità. Siamo arrivati a una situazione di estremo disagio, che sta diventando e diventerà ancor più una criticità”. Il direttore dell’Asst bustocca invoca una legge speciale per cambiare le norme relative alle assunzioni dei medici, con una maggiore flessibilità per accedere ai corsi universitari. Bertolaso e Porfido girano la palla allo Stato, considerato a questo punto il responsabile di quanto accade negli ospedali che, qui da noi, accade con una rapidità impressionante: mancano medici e, quelli che ci sono, preferiscono andare altrove. Siamo di fronte alla dismissione progressiva e sottotraccia degli organici sanitari, all’apparenza inarrestabile. Il solo nosocomio di Busto ha già perso un centinaio di professionisti, una dato impressionante a pensarci bene.

Soluzioni? I cosiddetti medici gettonisti, costosi e senza vere garanzie professionali. Certo, la legge speciale ipotizzata da Eugenio Porfido. Sappiamo però come vanno le cose nel nostro Paese, bene che vada passeranno anni e, anche nell’eventualità di una veloce procedura, incontrerebbe gli ostacoli di chi si dichiarerebbe contrario. C’è da giurarlo. Nel frattempo, con l’attrattività sotto le suole delle scarpe c’è poco da stare allegri. Il nuovo ospedale unico tra Busto e Gallarate, struttura che (sulla carta) risolverebbe tutti i guai, marcia secondo un cronoprogramma dettato dalla burocrazia; anche accelerando l’iter, per vederlo finito ci vorrebbero poco meno di dieci anni. Insomma, un disastro.

Qualcuno butta l’idea di ridurre, al momento, il gallaratese Sant’Antonio Abate ai servizi essenziali, quelli di cui non si può fare a meno, concentrando i reparti di maggior peso a Busto Arsizio. In questo modo sarebbe più facile gestire l’intera struttura. Non osiamo però pensare quale sarebbe la reazione dei gallaratesi e della politica locale, pronta ad alzare le barricate pur di non scontentare il proprio elettorato e difendere le rendite di campanile. E di prestigio. Insomma, un’idea che non avrà mai gambe per camminare, e che il solo accennarla rischia di passare per una follia.

Questo è lo stato dell’arte. A questo siamo di fronte. Con un dato ancora più preoccupante: non si intravedono sbocchi positivi da qui fino a chissà quando. Intanto, tra un paio di mesi, la Regione va al voto. Siamo sicuri che i candidati, tutti i candidati, ci riempiranno di promesse e di finte soluzioni. Ascoltiamoli, d’accordo. Ma se le premesse sono quelle che abbiamo visto, ascoltiamoli guardinghi, evitando di fidarci di loro a occhi chiusi.

busto gallarate ospedali – MALPENSA24