Panchina d’Oro, perchè hanno ignorato il semifinalista di Champions?

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Leggendo i nomi dei vincitori della Panchina d’Oro mi è subito saltata all’occhio una cosa un po’ strana: il semifinalista di Champions League, Eusebio Di Francesco, fuori dal podio. Non sono un estimatore in assoluto del buon Eusebio, che pure mi piace, ma vederlo nelle graduatorie, persino dietro Simone Inzaghi, mi sembra sbalorditivo. Quando si fanno queste classifiche credo si debbano parametrare anche sulle rose a disposizione.

Che impresa “Difra”

Ma anche in assoluto, che il semifinalista di Champions con la Roma, non il Real Madrid o il Barcellona, sia stato ignorato dai suoi colleghi è quantomeno bizzarro. Paradossalmente Di Francesco, al quale Monchi aveva tolto a inizio avventura Salah, Rudigher e Paredes, non proprio degli sprovveduti, ha fatto persino meglio di Allegri. Max ha meritato di vincere il premio, ma in fin dei conti, come da pronostico, ha conquistato lo scudetto. Ha fatto il suo e nulla di più. Aveva la rosa migliore in assoluto e ha tagliato il traguardo per il quale era stato ingaggiato. Non ha fatto nulla di eccezionale. In Champions ha sfiorato l’impresa a Madrid, ma si è fermato ai quarti di finale contro i campioni d’Europa del Real. Con una rosa molto più povera del collega, Di Francesco ha eliminato il Barcellona campione di tutto, guidato dal giocatore più forte al mondo, dopo una rimonta clamorosa, la più esaltante nella storia recente del calcio italiano. Ha sfidato il Liverpool in semifinale e per poco non approdava in finale contro il Real. Una semifinale storica e sorprendente, raggiunta con una rosa inferiore a molte delle pretendenti alla vittoria finale in Champions. In rapporto al materiale umano a disposizione “Difra” è stato superbo: la vera e più eclatante novità tra gli allenatori italiani.

Incomprensibile Simone Inzaghi

Che poi sia stato messo dietro a Inzaghi è un mistero. Simone Inzaghi ha perso malamente l’ultima posizione utile per entrare in Champions ed è stato eliminato in modo traumatico in Europa League ai quarti di finale dopo aver subito una clamorosa rimonta a Salisburgo. Il secondo posto di Sarri ci sta per il gioco espresso e per la qualità del suo Napoli. Ha sfiorato lo scudetto con una rosa inferiore a quella di Allegri. Ma in Europa non l’ha mai vista. Max non ha rubato nulla, ma il premio, per la novità che ha rappresentato, l’avrei dato a Di Francesco e mi sorprende anche Spalletti fuori dal podio. In fine dei conti “Lucianone” ha riportato l’Inter in Champions dopo sei anni di assenza. Non una brutta impresa.

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