Parigi-Roubaix, Dylan Van Baarle firma l’impresa

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Dylan Van Baarle sul podio della Parigi Roubaix, la "corsa delle pietre"

Una Roubaix velocissima (la più veloce con una media di 45.762 km/h ndr), polverosa, emozionante ha portato Dylan Van Baarle nell’olimpo del ciclismo eroico. L’olandese della Ineos Grenadiers ha corso davvero con grande intelligenza, è stato bravo a lanciarsi all’inseguimento di Mohoric, Lampaert e Devriendt a 30 km dalla conclusione e poi li ha staccati sul pavé volando via verso un successo davvero meritato. Il suo vantaggio infatti è andato via via crescendo e la sua si è presto trasformata in una marcia trionfale. Per il team britannico di Sir Dave Brailsford è la prima vittoria alla regina delle classiche, la 18esima di questa stagione. 

Dietro di lui al velodromo di Roubaix secondo posto Wout Van Aert per e terzo per Stefan Küng con Devriendt e Mohric ai piedi del podio, mentre il favoritissimo Van der Poel ha perso l’attimo e si è poi lanciato in un inseguimento spettacolare quanto infruttuoso al Carrefour de l’Arbre.

Van Baarle, che compirà 29 anni il 21 maggio prossimo, si conferma un grande protagonista delle pietre: in questo 2022 si era già piazzato 8° al Gp E3 Harelbeke e 2° al Giro delle Fiandre, battuto in volata da Van der Poel. E continua la primavera d’oro per la Ineos Grenadiers che una settimana fa aveva vinto l’Amstel Gold Race con Michal Kwiatkowski.

LA CORSA. Attacchi a ripetizione nella prima parte senza pavé e addirittura dei ventagli a spaccare il gruppo. Da segnalare tantissime forature e parecchie cadute, con Filippo Ganna che non si è fatto mancare né una foratura né un problema meccanico.

A 110 km dalla conclusione l’attacco portato da Mohoric (Bahrain Victorious), Ballerini (Quick Step Alpha Vynil), Pichon (Arkea Samisc) e Casper Pedersen (Team DSM).

Al comando restano poi i soli Mohoric e Devriednt mentre dietro di loro il gruppo si assottiglia chilometro dopo chilometro. A 40 chilometri dalla conclusione, dietro ai due battistrada, un gruppo formato da Van Baarle, Pichon, Van Aert, Van der Poel. Küng, Lampaert, Turner, Stuyven e Petit.

Foratura per Van Aert, molto attivo forse anche troppo, problemi meccanici per Mohoric che viene raggiunto dagli inseguitori, ma lo sloveno non ci sta e a 29 km dalla conclusione attacca nuovamente insieme a Lampaert. I due hanno velocemente raggiunto Devriendt e nel settore numero 7 – a 25 km dalla conclusione – sono stati raggiunti da Van Baarle.

Nel settore numero 5, quello di Camphin en Pévèle, l’affondo potente di Van Baarle mentre Devriendt ha finito la benzina e perso le ruote di Mohoric e Lampaert. Al loro inseguimento Van Aert e Küng, mentre lo sfortunato Suyven, che era con loro, è rimasto attardato da una foratura e si è visto poi raggiunto e staccato da un Van der Poel che ha sbagliato i conti ed è entrato In azione con colpevole ritardo.

Bruttissima caduta a sette chilometri dalla conclusione per Yves Lampaert che è stato agganciato da un tifoso e letteralmente disarcionato dalla bicicletta. Per fortuna il belga è riuscito a risalire in sella e a ripartire.

A quel punto Van Aert, Küng e Devriendt hanno raggiunto Mohoric, mentre Lampaert, ripartito con una bici del cambio neutro, è stato costretto a rallentare per attendere la sua ammiraglia.

Sfortunati i nostri italiani Filippo Ganna, Davide Ballerini che hanno corso benissimo e Matteo Trentin penalizzati dalle forature e finiscono lontani dai primi. Il miglior italiano è stato Andrea Pasqualon che ha chiuso 19esimo a 4’47” dal migliore, nello stesso gruppo presente anche Filippo Ganna, 35esimo. 

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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