Con AstraZeneca, si vax e lockdown siamo ancora sulla giostra

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di Ivanoe Pellerin

Cari amici vicini e lontani, credo che ormai siamo tutti convinti che l’unico modo per uscire da questa drammatica situazione sia il vaccino. Nonostante ciò, moltissime nubi sono apparse attorno ad un orizzonte che dà qualche tenue segno di luce. Ormai riconosciuto il fallimento della politica del Consiglio europeo di Ursula von der Leyen intorno ai contratti con big pharma, dobbiamo solo sperare che il nostro Draghi, grazie alla sua autorevolezza riconosciuta a livello internazionale, riesca a velocizzare la campagna vaccinale non solo in Europa ma soprattutto in Italia. Mi è facile ricordare che il piano vaccinale del governo Conte, a mio parere un governo imbarazzante, doveva essere pronto dalla fine di novembre. Così va il mondo e dobbiamo farcene una ragione.

Ma anche ora, le faccende italiane non sembrano affatto in buona salute e il piano vaccinale appare irregolare, frastagliato, scompaginato fra le diverse sanità regionali, fra le quali anche la nobile Lombardia, fino ad ora, non ha certo fatto bella figura. Sperando che non sia “En attendant Godot”, aspettiamo che Bertolaso metta ordine e imponga il ritmo. Certo i problemi sono tanti e tanti di più appaiono quando meno te lo aspetti.

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Ivanoe Pellerin

Esplosa in modo straordinario, la vicenda del ritiro dei lotti di AstraZeneca continua in maniera drammatica nonostante non ci sia alcun nesso causale tra i pochissimi casi di trombosi e la somministrazione del vaccino. Molti italiani, in attesa di ricevere la dose per scongiurare il Covid hanno deciso di annullare l’appuntamento. L’EMA (Agenzia Europea del Farmaco) ha già provato a spiegare con i numeri come l’evenienza sia talmente ridotta da non rappresentare alcuna preoccupazione: 30 casi di trombosi su 5 milioni di somministrazioni. Quindi casi che evidentemente riflettono situazioni cliniche assolutamente personali ed originali che peraltro sono sotto indagine. Nonostante ciò, lo scetticismo continua a dilagare.

Nicola Magrini, direttore dell’AIFA, in un’intervista al Corriere della Sera ha sottolineato che il vaccino è sicuro e che “il rapporto fra rischi e benefici è estremamente favorevole.” E ancora “Non si è mai visto un allarme diventato così ampio sulla base di così pochi dati: milioni di persone sono state trattate in tutto il mondo e hanno avuto pochi effetti indesiderati molto lievi”. Di più e siamo al massimo dell’incomprensibile. Giacomo Gorini, uno scienziato italiano che lavora all’Università di Oxford con un lussurioso curriculum, doveva parlare agli studenti di un liceo proprio sui problemi della somministrazione dei vaccini. Ebbene l’appuntamento è stato annullato poiché la sua presenza non è stata ritenuta gradita all’interno della scuola. L’annullamento (pare) non è stato deciso dagli studenti. Gorini ha poi aggiunto che nel Regno Unito il vaccino “sta funzionando benissimo, è amato e voluto e tiene le persone fuori dagli ospedali”.

Cari amici vicini e lontani, oltre al problema di AstraZeneca abbiamo anche il nostro lockdown generalizzato dal 15 marzo. E sono tutti contenti. Ho discusso con un caro amico, molto allineato su questo fronte, ma sono consapevole di essere in assoluta minoranza. Gli italiani sono per queste misure e se ne fregano delle limitazioni delle libertà. La parola d’ordine è “sicurezza”, sicurezza ad ogni costo, anche se questa sicurezza non è per nulla garantita. Ci hanno chiesto molti sacrifici a novembre per essere “liberi” a Natale. Poi ci hanno chiesto gli stessi sacrifici a Natale per essere liberi a gennaio. E ancora a febbraio per essere liberi a Pasqua. E sappiamo come è andata a finire. Ma questo modello è veramente l’unico possibile? Davvero non possiamo immaginare un percorso diverso che riesca ad equilibrare una protezione possibile con le libertà costituzionali?

Uno studio dell’Università di Stanford, pubblicato dall’European Journal of Clinical Investigation, ha messo in dubbio un’effettiva valenza positiva fra misure molto restrittive e benefici chiari e riconosciuti. E ancora, gli studiosi hanno rilevato che “il rallentamento della crescita epidemica risponde più alle dinamiche naturali (del virus) che come conseguenza delle decisioni politiche”. Sarà vero? Beh, però una qualche riflessione può essere possibile. Oppure ha ragione l’amico di sempre? Ebbene sembra che il CTS abbia un unico pensiero dominante: se aumentano i contagi, chiudiamo tutto.

Anche il governo Draghi ha scelto questa strada ma, per fortuna, ha optato per il decreto-legge. Si, perché sui famosi DPCM vi sono stati e ancora vi sono moltissimi dubbi che qualche giudice inizia a considerare. Una sentenza clamorosa è stata prodotta da un giudice di Reggio Emilia poiché secondo il magistrato un atto amministrativo, come il DPCM, non può limitare la libertà personale. L’autocertificazione, imposta come norma giuridica dal DPCM, è stata dichiarata dal giudice “costituzionalmente illegittima”. Le limitazioni delle libertà personali possono avvenire solo con un atto dell’autorità giudiziaria. Dunque, potete constatare che le questioni in campo sono molte e molto variegate.

Cari amici vicini e lontani, avete capito che queste libertà, la nostra libertà mi sta molto a cuore. Come moltissimi anch’io rispetto la legge e mi adeguo a malincuore alle ordinanze del governo. Ho detto a malincuore. Su queste questioni ho ancora l’intenzione di ritornare per invitarvi a riflettere. Concludo: con AstraZeneca, si vax (assolutamente, mi raccomando) e lockdown siamo ancora sulla giostra.

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