Pendolari: «Rimborsi solo agli “storici”, ma in arrivo stangata per tutti»

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LEGNANO – Regione e Trenord viaggiano “a vista” sui rimborsi, ma preoccupa ancora di più «la possibile (ovvero quasi certa) estensione della soppressione dei titoli monomodali oltre i confini delle province di Milano e MonzaBrianza». È quanto osservano in una nota i rappresentanti dei viaggiatori dopo l’incontro in Regione con l’assessore Claudia Terzi sul tema dell’abolizione dei titoli monomodali, ovvero dei semplici biglietti ferroviari (e non integrati con altri mezzi di trasporto, come bus e metropolitana), avvenuta a seguilo dell’introduzione dei titoli integrati nell’area milanese. All’incontro era presente anche l’AD di Trenord, Marco Piuri.

«Terzi dà la colpa a Milano e abbandona viaggiatori al loro destino»

«L’assessore Terzi – accusano i rappresentanti dei viaggiatori alla Conferenza regionale del TPL e dei consumatori – ha negato nettamente la possibilità di prorogare la vita dei titoli monomodali, appellandosi al regolamento tariffario e ribadendo la responsabilità del Comune di Milano nella fuga in avanti con l’avvio anticipato dell’integrazione tariffaria. Rispetto all’incremento delle tariffe di Milano, che risulta di soli 4 euro per gli abbonamenti mensili, l’assessore ha quindi preferito abbandonare al loro destino 25.000 pendolari che hanno subìto un aumento fino a 29 euro, con possibilità di rimborso per i soli pendolari “storici”. Eppure l’assessore aveva pubblicamente dichiarato che ara necessario “tutelare tutti” in quanto “iI servizio che offriamo non è degno della Regione Lombardia”. A noi sembra che, di fronte al grave problema posto da Milano, per tutelare veramente tutti si sarebbe dovuto convocare la Conferenza del TPL proprio su tale argomento, come da noi richiesto. La Conferenza sarà invece convocata a novembre, a giochi ormai fatti».

Rimborsi possibili solo entro un anno

Relativamente ai rimborsi, i viaggiatori sottolineano come «sono illogicamente dedicati ai soli pendolari in grado di dimostrare di aver acquistato almeno tre abbonamenti mensili nei mesi scorsi. I rimborsi saranno in ogni caso possibili solo sino a settembre 2020, dopodiché non ci sarà più alcun paracadute. Eppure la Regione avrebbe avuto la possibilità di estendere la durata della transizione. A fronte di una qualche semplificazione della procedura burocratica, divenuta una sorta di autocertificazione o autodichiarazione per la documentazione richiesta, rimane in vita il sistema, incomprensibile, della continuità degli abbonamenti che, tra l’altro, impedisce il passaggio all’annuale». Come se non bastasse, «la possibilità di richiedere il rimborso scadrà tra pochi giorni, il 20 ottobre».

Treni più puntuali, ma lontani da “quota 90”

L’incremento tariffario di fatto viene dunque applicato indipendentemente dai risultati sulla qualità del servizio. Seppure risalita nella puntualità all’81,8% dei treni, questa è ancora inferiore all’obiettivo stabilito dalla Regione, pari al 90%. Ciò che preoccupa i rappresentanti dei viaggiatori, «e che riguarda una platea di pendolari ferroviari ben più ampia di quelli ora colpiti», è la possibile estensione della formula dei titoli integrati ad altre province. L’abolizione della tariffa lineare è infatti prevista dal regolamento tariffario «e si può stare più che sicuri – concludono – che, in nome di una concezione komeinista dell’integrazione tariffaria e dell’assoluta mancanza dl volontà politica nel correggere queste illogicità normative, ciò accadrà».

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