Pochi tamponi, pochi nuovi casi. Decessi stabili, ricoveri in discesa

MILANO – Il dato dei nuovi casi positivi in Lombardia scende sotto le 100 unità, anche se a fronte di un numero di tamponi effettuati decisamente basso (solo 3.410) e con un tasso percentuali di contagi in rapporto ai test che risale al 2,5%. È quanto emerge dal report del contagio di oggi, giovedì 4 giugno. Continuano a scendere i ricoverati, dopo il crollo dei pazienti nelle terapie intensive di ieri (meno 35), mentre i decessi nelle ultime 24 ore sono 29, proprio come ieri. In provincia di Varese si registrano solo 5 nuovi casi.

Il riepilogo dei numeri

Sono 84 i nuovi contagiati di Covid-19 in Lombardia a fronte di 3.410 tamponi eseguiti, per un rapporto percentuale di 2,5%, superiore rispetto a quello di ieri, che era del 2,1%, quando i nuovi casi positivi erano stati 237. Rimane stabile, a quota 29, il numero dei decessi registrati nelle ultime 24 ore: lo stesso numero di ieri per un totale di 16.201 dall’inizio della pandemia. Continuano invece a calare i ricoveri: 125 in terapia intensiva, 6 in meno di ieri, e 2.954 negli altri reparti Covid, meno 41. Sale in modo meno significativo il numero dei pazienti guariti e dimessi (più 55), così il dato degli attualmente positivi rimane stabile a quota 20.224, anche in questo caso come ieri.

I dati nelle province

Nel report di oggi, 4 giugno, si registra solo un caso positivo in provincia di Bergamo. Le uniche province con un incremento in doppia cifra sono Milano (31 nuovi casi, di cui più della metà, 16, a Milano città) e Brescia (20). In provincia di Varese i nuovi contagiati sono 6, contro i 5 di ieri.

Crisanti contro Zangrillo

Mentre i numeri lasciano trasparire un arretramento sempre più forte del Coronavirus in Lombardia, continuano a far discutere le affermazioni del professor Alberto Zangrillo, primario di terapia intensiva al San Raffaele, sul virus «clinicamente» “sparito”. A rispondergli oggi, 4 giugno, è il virologo Andrea Crisanti dell’università di Padova, l’esperto della Regione Veneto per il controllo dell’emergenza Covid-19, che definisce «una follia» la frase di Zangrillo: «Se fosse andato a Vo’ Euganeo (il focolaio veneto del Coronavirus, ndr) la prima settimana di gennaio, probabilmente avrebbe detto che il virus clinicamente non esisteva – sostiene Crisanti – poi si è visto quello che ha fatto. Dipende dalla prospettiva. Non comprendiamo bene perché c’è un gran numero di asintomatici, e perché ad un certo punto, raggiunta una soglia critica, le persone cominciano ad ammalarsi in modo così grave e con conseguenze così devastanti».

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