MALPENSA – Cambiano le regole di distanziamento a bordo degli aerei. Non è ancora un ritorno alla normalità, ma Enac sembra aver ascoltato le lamentele delle compagnie aeree e ha allentato i limiti stringenti che costringevano i vettori a far accomodare in cabina un numero di passeggeri pari a un terzo dei posti disponibili. «A queste condizioni in Italia non voliamo», aveva minacciato easyJet. «Regole non sostenibili nel lungo periodo», aveva avvisato l’ad di Sea (Malpensa e Linate) Armando Brunini. E così l’Ente per l’aviazione civile ha deciso di ridurre le distanze. Non è più necessario che ci sia un metro effettivo tra ogni passeggero, basta lasciare libero il sedile in mezzo a ogni fila da tre e tenere sempre dritto lo schienale.
Il limite all’italiana
L’obbligo di distanza di un metro tra i passeggeri persiste solo in Italia, in base al Dpcm del premier Giuseppe Conte di metà maggio e valido fino al 14 giugno. Ma ora la nuova interpretazione delle norme sul «distanziamento sociale» nel trasporto aereo consente alle compagnie aeree di respirare. «Allo scopo di soddisfare l’obbligo del distanziamento sociale si ritiene inoltre che la misura della distanza debba essere misurata tra i punti mediani di due sedili adiacenti», scrive in una circolare il dg di Enac Alessio Quaranta. «Ciò implicherebbe, a titolo di esempio, sugli aeromobili che prevedono per ogni fila un doppio sedile da tre posti la potenziale occupazione dei posti lato corridoio e lato finestrino da parte dei passeggeri».
Mascherina a bordo
In questo modo si può occupare fino al 66% dei posti disponibili. Su un Airbus 320 da 180 posti, per esempio, prima si potevano vendere soltanto 60 sedili, ora il doppio con la nuova interpretazione di Enac. Resta l’obbligo di indossare una mascherina di protezione, così come il divieto di reclinare il sedile che deve sempre rimanere verticale.